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Riassumere la carriera di quello che è considerato uno dei più grandi geni del 900 (e, come il riconoscimento del recente Nobel dimostra, non solo in ambito musicale), è forse stata una delle imprese più ardue in cui mi sia cimentato nella mia vita (ma si dai, esageriamo).
A Bobby ci sono arrivato per contrarietà (citando il buon Guccini, a proposito di punti di partenza), in un viaggio che dall’Italia mi ha portato oltre oceano. La sua carriera così sfaccettata, piena di alti e bassi, di colpi di genio ed abissi anche produttivi è sempre stata spiazzante e geniale. Il suo percorso artistico ha attraversato innumerevoli fasi, che la critica ed il pubblico hanno sempre ricondotto alle sue vicende personali che, per la verità, sono molto più leggendarie che reali.
A lui, Robert Allen Zimmerman all’anagrafe, credo sia sempre fregato ben poco, impegnato come è sempre stato a costruire un personaggio per poi distruggerlo e ricostruirlo con pezzi diversi. E’ questo il grande pregio di Bobby, anche quando la sua musica non innovava ma riprendeva, ripescava, rimescolava, miscelava. Dylan è ed è stato uno dei grandi cantori del 900, senza mai sprofondare in dinamiche commerciali o vicine al mercato, ma coerente ad un modo di fare arte che metteva la performance, quasi teatrale, prima di tutto il resto. Non è un caso, a mio avviso, il suo paragonarsi a Shakespeare nel discorso preparato per il ritiro (per conto terzi) del recente premio Nobel alla letteratura.
Venendo alla selezione, come vedete, è doppia. Quella vera è ovviamente la prima che copre gli anni più sfolgoranti della sua carriera, l’epoca dal 1962 al 1976. Qui si concentrano i veri capolavori, inutile nasconderlo. La seconda è un regalo che ho voluto farvi perché credo che la carriera di Bob ha sì avuto più di una sbandata (più frequenti dal 1979 ai nostri giorni), ma la coerenza della sua produzione artistica ha fatto sì che le zampate le ha sempre piazzate.
Mi sono ovviamente dato dei limiti: non più di due canzoni per album. Altrimenti potevo dirvi: ascoltatevi Bringing It All Back Home, Highway 61 e Blonde On Blonde e la finiamo qui. Inizialmente pensavo di escludere totalmente i superclassici e limitarmi ad includere solo canzoni inferiori ai 3 minuti di durata: impresa impossibile togliere Like A Rolling Stone e molto altro, però qualcosa mi son permesso di farlo (Blowing In The Wind non c’è, per dire). La stessa regola me la sono imposta anche nella seconda selezione, di cui, devo dire, sono anche più soddisfatto della prima. Se infatti le omissioni della produzione eccelsa dei primi 12 anni di carriera sono infinite, quelle degli ultimi 38 credo siano assai poche. Mancano gli ultimi 3 anni: Bobby, ad ennesima dimostrazione di volersi mostrare diverso da come te lo aspetti, si è messo a cantare solo standard americani; addirittura a fine marzo è uscito un triplo album di cover. Il Dylan autore manca, e molto, a chi come me aspettava con ansia qualsiasi sua nuova uscita discografica.
Beh, poco altro da aggiungere se non quello di aver provato a condensare in 160 minuti una delle più belle storie della nostra epoca. Buon ascolto.
P.S. le tracce scelte non sono le più belle di Dylan, perché credo che ognuno possa mettere sul piatto la propria selezione. Questo è solo il MIO modo di raccontare la sua storia.
P.P.S. Ordine cronologico inevitabile anche nel piazzare i brani. La storia di Bobby deve essere raccontata così.
Album considerati
1.BOB DYLAN (1962)
2.FREWHEELIN’ BOB DYLAN (1963)
3.THE TIMES THEY’RE A-CHANGIN’ (1964)
4.ANOTHER SIDE OF BOB DYLAN (1964)
5.BRINGING IT ALL BACK HOME (1965)
6.HIGHWAY 61 REVISITED (1965)
7.BLONDE ON BLONDE (1966)
8.NEW MORNING (1970)
9.PLANET WAVES (1973)
10.BLOOD ON THE TRACKS (1975)
11.DESIRE (1976)
12.STREET LEGAL (1978)
13.SLOW TRAIN COMING (1979)
14.SHOT OF LOVE (1981)
15.INFIDELS (1983)
16.BOOTLEG SERIES VOLUME 3 (1991 – il pezzo scelto però risale al 1983)
17.OH MERCY (1989)
18.TIME OUT OF MIND (1997)
19.THINGS HAVE CHANGED (single 2000)
20. LOVE AND THEFT (2001)
21.MODERN TIMES (2006)
22.TOGETHER THROGH LIFE (2009)
23.TEMPEST (2012)
CD 1 – 1962-1976
1) Song to Woody (1) 2.39
2) Don’t Think Twice, It’s AlL Right (2) 3.40
3) Boots of Spanish Leather (3) 4.38
4) Spanish Harlem Incident (4) 2.22
5) She Belongs To Me (5) 2.48
6) Mr. Tambourine Man (5) 5.25
7) Ballad of a Thin Man (6) 5.48
8) Like a Rolling Stone (6) 5.59
9) Visions of Johanna (7) 7.34
10) Absolutely Sweet Marie (7) 4.59
11) Day of the Locusts (8) 3.58
12) Dirge (9) 5.40
13) Tangled Up In Blue (10) 5.40
14) Buckets of Rain (10) 3.29
15) Hurricane (11) 8.33
16) Sara (11) 5.29
TOT. 78.41
CD 2 – 1978-2012
1) Changing of the Guards (12) 6.36
2) When He Returns (13) 4.29
3) Every Grain of Sand (14) 6.12
4) Blind Willie Mc Tell (15) 3.31
5) License To Kill (16) 3.31
6) Ring Them Bells (17) 3.00
7) Man In the Long Black Coat (17) 4.33
8) Love Sick (18) 5.21
9) Cold Irons Bound (18) 7.15
10) Things Have Changed (19) 5.08
11) Highwater (for Charley Patton) (20) 4.04
12) Workingman’s Blues #2 (21) 6.07
13) Nettie Moore (21) 6.52
14) Forgetful Heart (22) 3.41
15) Duquesne Whistle (23) 5.44
TOT. 78.25
Qui il link alla playlist Spotify del CD1: Playlist Bob Dylan CD1
Qui il link alla playlist Spotify del CD2: Playlist Bob Dylan CD2
Qui l’indice di tutte le playlist pubblicate : Indice delle playlist