Playlist Franco Battiato – Una carriera in 5 playlist. Volume 3: Il Successo (1979-1985)

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Dopo esserci presi qualche giorno per digerire la notizia, noi di Fuori in 80 minuti non potevamo fare a meno di celebrare Franco Battiato. Franco era, per molti di noi, un nume tutelare, ed è anche una delle ragioni che ci spinse, qualche anno fa, a dare il via a questo progetto.
La grandezza di una carriera come questa non puo’ essere riassunta di certo in 80 minuti, riproporremo quindi, una alla volta, le 5 playlist (una per ogni “periodo” artistico) realizzate da Marco Mazzoldi nel 2016 ma, oggi più che mai, attualissime.  Buon ascolto!

Roberto Interdonato

 

L’estate del 1982 la passai dagli zii a Spezia (già così sembra l’inizio di una canzone di Battiato). Avevo quasi dieci anni. Fra un’ustione al polpaccio e un giro in motorino col bandierone dopo la finale dei mondiali, avevo il permesso di usare il giradischi dello zio, suppongo dopo assicurazione scritta da parte di mio padre sul fatto che SAPEVO usarlo.

All’epoca sapevo a memoria il repertorio di Branduardi, Vecchioni, Guccini, De Andrè, De Gregori e Bennato. Zero rock, zero stranieri, sarebbero arrivati qualche mese dopo. Mio zio (come mio padre) aveva solo jazz anni ’40 e classica. C’era un solo disco “italiano”. Lo misi su e restai ipnotizzato, lo ascoltavo a nastro, lato A, lato B, lato A, lato B, leggendo i testi scritti tutti in fila sulla copertina interna. Era “La voce del Padrone”. Era completamente diverso dai cantautori. Soprattutto, avevo l’impressione che ogni nota, parola, suono, strumento, fosse esattamente dove aveva da essere! Non capivo un’acca dei testi ma li trovavo bellissimi. Direte che da bambini ci si innamora della qualunque, ma di quando la stessa estate mi trascinarono ad un concerto di Venditti, non serbo alcun ricordo positivo.

A settembre per il decimo compleanno i miei mi regalarono il mio primo magianastri (rigorosamente mono!) e per collaudarlo mi regalarono la cassetta di Battiato, una delle pochissime (tre, credo) cassette originali da me mai possedute.

Così, come milioni di concittadini, venni a conoscenza di codesto individuo. E come milioni di concittadini fui deluso dal disco successivo, e ignorai sostanzialmente i due dischi dopo, riscoprendoli solo più tardi, e ponendoli comunque ben al di sotto di quel capolavoro della mia preadolescenza e dei suoi due predecessori. Mi risulta ancora assurdo pensare che il pazzo dell’Egitto prima delle sabbie sia lo stesso pazzo del cinghiale bianco. Ma quando uno è pazzo…

L’abisso fra i primi tre dischi e i successivi tre è sancito dalla scelta dei pezzi nella mia selezione: 13 contro 5! Comunque, molti di questi brani avranno a mio avviso sorte migliore in arrangiamenti successivi (soprattutto grazie al live Unprotected). Questi sei album sono accomunati dalla poveritudine dei vinili cheap anni ’80. Lo so che a voi non ve ne frega niente, ma a me sì!

(1) L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO (1979)
(2) PATRIOTS (1980)
(3) LA VOCE DEL PADRONE (1981)
(4) L’ARCA DI NOE’ (1982)
(5) ORIZZONTI PERDUTI (1983)
(6) MONDI LONTANISSIMI (1985)

1. Up Patriots to Arms (2)
2. Il Re del Mondo (1)
3. L’Era del Cinghiale Bianco (1)
4. Magic Shop (1)
5. Strade dell’Est (1)
6. Stranizza d’Amuri (1)
7. Prospettiva Nevsky (2)
8. Frammenti (2)
9. Bandiera Bianca (3)
10. Segnali di Vita (3)
11. Gli Uccelli (3)
12. Cuccuruccucù (3)
13. Summer on a Solitary Beach (3)
14. Voglio Vederti Danzare (4)
15. Un’Altra Vita (5)
16. La Stagione dell’Amore (5)
17. I Treni di Tozeur (6)
18. L’Animale (6)

TOT. 76:19

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