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I Queens Of The Stone Age (QOTSA da qui in poi) hanno ormai all’attivo più di venti anni di attività, avendo esordito ufficialmente dal vivo il 20 novembre del 1997 a Seattle. La performance vide sul palco Josh Homme (fondatore della band e unico membro fisso) alla voce e chitarra, Matt Cameron (Soundgarden e Pearl Jam) alla batteria, Mike Johnson (Dinosaur jr) al basso e John McBain (Monster Magnet) alla chitarra.
In seg
Finora hanno pubblicato sette album che possiamo dividere in due periodi ben distinti. I primi tre sono decisamente più hard/heavy, e comprendono Songs for the Deaf, il punto forse più alto della loro carriera, e certamente il picco del loro periodo stoner (definizione presa da una compilation pubblicata nel 1997 contenente un loro brano), dove il suono è caratterizzato da toni cupi (a volte assai prossimi alle sonorità di band come gli OM), dalla ripetizione di riff suonati da chitarre accordate sempre un po’ basse, da chiari riferimenti alle sonorità dei Kyuss, però con la ricerca di una maggiore armonia nel cantato di Homme e negli arrangiamenti. Si rintracciano pure suggestioni di band storiche quali Led Zeppelin, Black Sabbath, Stooges, Melvins, Judas Priest, persino Black Flag e atmosfere quasi psichedeliche in alcuni brani. Gli ultimi quattro dischi sono molto più diluiti cronologicamente, visto che si dipanano in 10 anni (a differenza dei primi tre, pubblicati nel giro di soli quattro anni). Sono sempre ben riconoscibili come dischi dei QOTSA, ma presentano pezzi meno aggressivi, con caratteristiche diverse da quelle mostrate nel periodo precedente. Innanzitutto meno ossessività nelle chitarre, ora più alte di accordatura e più scarne nello stesso tempo. Si nota anche l’impiego di strumenti non impiegati in precedenza dalla band, quali l’organo, il corno, gli archi, i fiati. Inoltre, un maggior ruolo è dato anche progressivamente all’elettronica, fino a giungere all’inaspettata sterzata di Villains, pervaso da un’inedita leggerezza di fondo e da inaspettate strizzate d’occhio al rockabilly e al funk. Villains è anche il primo disco in cui Homme è diventato cantante unico (prima assieme a lui si sono alternati alla voce Olivieri e Lanegan). Di questo disco ho messo un solo brano perché onestamente non mi ha convinto del tutto, e personalmente si stacca troppo da quelli che sono i QOTSA più “classici”.
Buon ascolto!
1 QUEENS OF THE STONE AGE – 1998
2 RATED R – 2000
3 SONGS FOR THE DEAF – 2002
4 LULLABIES TO PARALYZE – 2005
5 ERA VULGARIS – 2007
6 …LIKE CLOCKWORK – 2013
7 VILLAINS – 2017
1 – Avon 3:22 (1)
2 – How to Handle a Rope (A Lesson in the Lariat) 3:31 (1)
3 – Mexicola 4:54 (1)
4 – The Lost Art Of Keeping A Secret 3:36 (2)
5 – Auto Pilot (voce Nick Olivieri) 4:01 (2)
6 – Tension Head (voce Nick Olivieri) 2:53 (2)
7 – You Think I Ain’t Worth a Dollar, But I Feel Like a Millionaire 3:12 (3)
8 – No One Knows 4:39 (3)
9 – Hanging Tree (voce Mark Lanegan) 3:06 (3)
10 – Go With The Flow 3:07 (3)
11 – Do It Again 4:04 (3)
12 – This Lullaby (voce Mark Lanegan) 1:23 (4)
13 – Skin On Skin 3:42 (4)
14 – “You Got a Killer Scene There, Man…” 4:57 (4)
15 – Turnin On TheScrew 5:17 (5)
16 – Sick, Sick, Sick 3:34 (6)
17 – The Vampyre of Time and Memory 3:34 (6)
18 – Kalopsia 4:38 (6)
19 – Smooth Sailing 4:51 (6)
20 – Head Like a Haunted house 3:21 (7)
21 – I’m Designer 4:04 (5)
TOT. 79:04
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