Playlist Gilberto Gil – O mundo negro (1968-2016)

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Dopo avervi raccontato (e soprattutto playlistato) Caetano Veloso, era praticamente scontato e necessario fare una playlist per Gilberto Gil. La tentazione di cominciare il pezzo con una metafora calcistica era fortissima, ma non ho trovato quella calzante…Maradona e Careca? No, uno era argentino e di gran lunga più forte dell’altro. Romario e Bebeto? Livello e importanza storica non abbastanza alti temo. Insomma niente, anche qui fallisco nel trovare una metafora calzante, anche perché le carriere (e le vite) intrecciate di Caetano e Gil penso che siano davvero una storia unica e irripetibile, riassumibili bene nel titolo del bel live del 2016 “Due amici, un secolo di musica”.

Vorrei poterla fare sbrigativa come sono riuscito a fare altre volte e dirvi “non sono nessuno e non ho il tempo di parlarvi della vita e della carriera di Gilberto Gil, leggete la monografia o il libro di tal dei tali che sono fatti benissimo”. Beh, non posso perché purtroppo un bell’articolo monografico in italiano e men che meno un bel libro su Gilberto Gil non esistono, per ragioni francamente a me ignote, ma spero che qualcuno rimedi presto. Il supporto più utile in questo caso rimane il libro “Verità Tropicale” di Caetano Veloso, dal quale mi permetterò di citare qualche frase qua e là, per aiutarmi a definire un personaggio davvero complesso.

Intanto, bisogna partire da un dettaglio evidente ma sul quale spesso non ci si sofferma : Gil è un mulatto, ma è un mulatto nerissimo, dagli evidenti tratti africani. Citando Caetano in “Verità Tropicale” (VT da qui in poi): “Gil è un mulatto abbastanza scuro per essere definito «nero» anche a Bahia. Io sono un mulatto abbastanza chiaro per essere definito «bianco» anche a São Paulo.”

Occorre a questo punto sottolineare che, sebbene molti abbiano un’idea romantica del Brasile multirazziale e festoso con le ballerine di colore in perizoma che ballano sui carri del carnevale di Rio, essere un nero in Brasile è sostanzialmente come essere un nero in Italia : vittima di razzismo, identificato con le fasce povere della popolazione, difficoltà a trovare lavori che non siano umili (si ok sto semplificando molto, ma è per rendere l’idea). Ora, il punto però è che Gil è un nero alto borghese, ricchissimo, figlio di un medico, coltissimo, ha fatto la scuola privata quando questo era un privilegio per pochissimi, è laureato (in gestione di impresa). Quindi Gil è un nero, ma è un nero ricco e alto borghese, ma è pure un nero ricco alto borghese con idee militanti rivoluzionarie di estrema sinistra (“La Scuola di Amministrazione non era, ovviamente, un covo di comunisti. Ma Gil sembrava un militante molto più di me, che pure studiavo alla facoltà di Filosofia, con i suoi istituti di Sociologia, Lettere e Storia tradizionalmente dominio della sinistra.”, da VT).   E ancora: “Gil non sembrava cosciente del fatto di essere nero. La cosa non lo umiliava né lo esaltava: semplicemente si comportava come un cittadino qualunque.[…] Lui aveva sempre accettato la teoria secondo la quale non c’era bisogno di battersi il petto e gridare «Sono nero!» o di protestare contro le discriminazioni, considerando sufficiente condurre una vita degna e affermarsi socialmente e intellettualmente come aveva fatto suo padre” (da VT).

Bisogna inoltre tenere a mente che Gil come musicista diventa famoso ben prima di Caetano, e all’inizio degli anni ’60 va già regolarmente in TV, con Caetano che se ne innamora subito, e la madre che lo chiama ogni volta che vede Gil in TV «Caetano, vieni a vedere, c’è il nero che ti piace». (“Provavo gioia perché Gil esisteva, perché era nero, perché era lui – e perché mia madre lo salutava in quel modo diretto e trascendente”, da VT).  In realtà Caetano ha continuato ad avere questa ammirazione per Gil praticamente per tutta la vita, potremmo dire quasi una sorta di “complesso di inferiorità”, che per un narcisista come Caetano è notevole come cosa, ma comprensibile : Gil è più ricco di lui, più colto, più sicuro di se. Gil inoltre sa suonare benissimo la chitarra, sia sul repertorio tradizionale samba e bossanova, sia dopo sul repertorio elettrico influenzato da UK e USA (chitarrismo Hendrixiano, psichedelia, pop rock Beatlesiano). Caetano quando inizia la sua carriera non sa nè cantare e nè suonare, anzi sarà proprio Gil a contribuire alla sua formazione chitarristica!

Riassumendo: “Quando il mio amico Rogério diceva che “Gil è il profeta, Caetano soltanto il suo apostolo», io ero d’accordo, principalmente perché non c’è stato praticamente niente di rilevante che non sia stato prima misteriosamente intuito da lui, per poi, dopo un tempo di elaborazione, essere trasformato da me in qualcosa di coerente. Fu così con Jorge Ben; con il tropicalismo nel suo complesso; con il riconoscimento dell’importanza di São Paulo e del nuovo ruolo che questa città doveva assumere nell’immaginario brasiliano; con i processi di composizione a partire dall’ascolto dei Beatles; con Hendrix; con la scoperta del genio di Milton Nascimento; con la nuova cultura pop di Salvador.” (da VT)

Insomma, il movimento della Tropicalia, se ha in Caetano la sua immagine istintiva, eclettica e sfolgorante, ha in Gil il suo ideologo, dal punto di vista filosofico, politico e musicale, un vero deus ex machina che muove quasi tutti i fili e coordina i personaggi intorno al progetto.

E il personaggio di Gil continuerà a evolversi sempre, con la sua passione prima per il misticismo, le religioni afro-brasiliane (il Candomblé, vedasi il disco Ogum-Xango con Jorge Ben Jor), l’esoterismo, le culture tribali (eccezionale il capitolo di VT dove si raccontano gli effetti su Gil dell’Ayahuasca), e più avanti sempre di più per la cultura africana (specie dopo la partecipazione ad un grosso meeting sulla cultura africana tenutosi in Nigeria nel 1977, con la partecipazione di Fela Kuti e altri grossi personaggi del giro).  Gil diventerà insomma un vero e proprio paladino simbolo della cultura afrobrasiliana, specie col trittico di dischi Re- degli anni 70 (Refazenda, Refavela, Realce). Citando Caetano (per l’ultima volta giuro) : “A questo proposito, è significativo della situazione creatasi in Brasile il fatto che Gil, tipico esempio di figlio di preto doutor [«dottore nero»] baiano, man mano che i neri poveri acquisivano un ruolo predominante nel paesaggio umano di Salvador attraverso la loro affermazione culturale post anni Sessanta […] sia diventato la guida mitica di quelle nuove masse nere. Lui, il piccolo-borghese della bossa nova del 1963, assunse in Brasile, per i gruppi afro degli anni Ottanta e Novanta, il ruolo di nuovo Bob Marley nella difesa del suo popolo”. Peraltro, Gil sarà anche ministro della cultura dal 2003 al 2005, nel primo governo Lula (probabilmente nell’unico paese dove non è un problema che un ministro abbia i rasta) : un bel capovolgimento di fronte, per uno che una trentina di anni prima era stato esiliato…

Musicalmente, c’è uno stacco abbastanzea netto fra il primo periodo (diciamo fino al 1975) e quello seguente. Nel primo abbiamo un rock anni 60/70 con inserti blues, samba, psichedelia, suoni acidissimi misti a momenti più acustici e tradizionali (un po’ come nei primi dischi di Caetano insomma), accompagnato in diversi di questi dischi dai mitici Mutantes, e con il picco tribal-psichedelico di Ogum-Xango con Jorge Ben. Da Refazenda in poi i suoni si fanno sempre più puliti, spesso pop, molta melodia, c’è molto funky, e ad un certo punto anche reggae (nel corso della carriera farà pure diverse cover di Bob Marley e altri classici), tutto questo ovviamente senza rinunciare al samba, alla tradizione nordestina e a quella afro-brasiliana, che anzi prende proprio il sopravvento.  Nella playlist a fare la transizione fra questi due periodi c’è “Tatá Engenho Novo”, una versione freak folk nordestina di un traditional, preso da un disco del 1998.

Inoltre, dal 1975 in poi, Gil comincierà spesso a iper-produrre e iper-arrangiare i dischi in studio, con il risultato che però, personalmente, in molti casi di alcuni suoi classici sono di gran lunga meglio (per me) le versioni live! Il che ha reso la realizzazione di questa playlist particolarmente complicata, ed è per questo che in playlist trovate tre live (due dal bellissimo Mtv unplugged del 1994, ed uno dal live con Caetano nel 2016, altro capolavoro), ed un remake “asciutto” del suo classico Super-Homem. In realtà Refazenda è bella pure in versione studio, ma non c’è su Spotify…

Insomma, penso di essermi dilungato pure troppo, vi lascio all’ascolto. Gil ha 79 anni suonati, ma è vivo e lotta in mezzo a noi, spero per il maggior tempo possibile. Non ha perso la voglia di suonare (un disco di inediti nel 2018, OK OK OK, con momenti del tutto dignitosi, ascoltate ad esempio “Ouço”), nè di provocare e lottare per diverse battaglie di civilità (vedere il recentissimo singolo “Refloresta” e il pezzo “É tudo pra ontem” con il rapper Emicida).
Sono contento di averlo visto dal vivo insieme a Caetano nel 2015, almeno quanto sono incazzato per l’annulazione del concerto che dovevo vedere nel 2019, poi annullato per l’unico giorno di acquazzone in tutta l’estate francese di quell’anno. Insomma avevo detto che la smettevo e sto ancora parlando…Buon ascolto!

Tropicália Ou Panis Et Circensis (1968) (1)
Gilberto Gil (1968) (2)
Gilberto Gil (1969) (3)
Expresso 2222 (1972) (4)
Gil & Jorge: Ogum, Xangô (1975) (con Jorge Ben Jor) (5)
Refavela (1977) (6)
Realce (1979) (7)
Um banda um (1982) (8)
Parabolicamará (1991) (9)
Unplugged / Acústico MTV (Ao vivo) (1994) (10)
O Sol de Oslo (1998) (11)
Gil Luminoso (2006) (12)
Dois Amigos, Um Século de Música (Ao Vivo) (2016) (13)

1 Back In Bahia 4:36 (4)
2 Marginália II 2:42 (2)
3 Domingo no Parque 2:42 (2)
4 Procissão 2:55 (2)
5 Aquele Abraço 5:22 (3)
6 Dois Mil e Um 4:33 (3)
7 Expresso 2222 2:38 (4)
8 Geléia Geral 3:46 (1)
9 Nêga 10:26 (5) (con Jorge Ben Jor)
10 Tatá Engenho Novo 3:51 (11)
11 Refavela 3:40 (6)
12 Ilê ayê 3:10 (6)
13 Toda Menina Baiana 3:46 (7)
14 Andar com fé 3:20 (8)
15 Super-Homem – a Canção 3:40 (12) (originale in (7))
16 Esotérico – Ao vivo 5:17 (10) (originale in (8))
17 Refazenda – Ao vivo 3:38 (10) (originale in Refazenda, 1975)
18 Parabolicamará 4:30 (9)
19 Não Tenho Medo da Morte – Ao Vivo 4:35 (13) (originale in Banda Larga Cordel, 2008)

TOT : 80:00

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