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I Litfiba sono stati per anni la mia risposta secca e facilissima alla tipica domanda “qual è il tuo gruppo italiano preferito?”. Non so onestamente se la risposta oggi sia cambiata, forse no, ma in compenso è una domanda che difficlmente qualcuno mi pone ormai, il che risolve il problema.
Mi sono innamorato dei litfiba a 10 anni, nel 1993. Il cd di Terremoto comparve così, all’improvviso, nella collezione di mio fratello, e fu subito amore al primo ascolto : torri come pere, l’adesivo della Elephant Beer, il faraone del vecchio accampamento, Maudit!
I miei gusti in questi quasi 30 anni si sono molto allargati ed evoluti, ho ascoltato musica di innumerevoli generi, cantata in innumerevoli lingue, suonata con tutti gli strumenti possibili. Ho cambiato amicizie, città, lavoro, tutto, ma non ho mai smesso di ascoltare regolarmente i Litfiba. E non certo come un “guilty pleasure” da nascondere, ma con la ferma convinzione che siano stati una delle più grandi rock band italiane.
Anche i Litfiba sono cambiati molto, dopo il periodo rappresentato nella playlist : il brutto disco “Infinito”, la fine dell’idillio, Pelù mediamente terrificante come solista, i dischi con Cabo Cavallo alla voce, il ritorno di Piero che porterà cose buone (il trilogia tour con tutti i classici degli anni ’80 e formazione originale, fenomenale e commuovente), ma anche nuovi dischi inediti inutilissimi, e negli ultimi tempi anche live belli mosci (in cui Piero e Ghigo nemmeno si salutano e non danno l’impressione di andare troppo d’accordo).
Come dicevo all’inizio, ho cambiato idea mille volte mentre compilavo la playlist. È opinione diffusa che il periodo d’oro dei litfiba si fermi appunto con la trilogia del potere, e quindi con Litfiba 3 del 1988. Tutto ciò da spesso il via alla solita solfa “ah i Litfiba, magnifici, geniali, fondamentali…se solo si fossero fermati nel 1988! :(“, che poi c’è il salto dalla new wave sperimentale e socialmente impegnata al rock da classifica sciocco e commerciale.
Ed è proprio per contraddire questa inutile osservazione, che in questi anni ho sentito davvero troppe volte, che dopo mille incastri ho deciso di rappresentare tutti i dischi fino a Mondi Sommersi del 1997. Ok certo, il periodo più rappresentato rimane quello anni 80, ci mancherebbe, ma onestamente ci sono state cose belle anche dopo e non ho voluto lasciarle fuori (avendo spazio ne avrei messe anche di più).
Vorrei porre l’accento sul fatto che, almeno per me, molto del fascino imperituro dei Litfiba viene dai testi e dalle tematiche, che è uno degli aspetti che mi ha permesso di riscoprirli nel tempo.
Riascoltare i pezzi che ascoltavo a 12 anni, ora che a piazza “tieni a mente Tienanmen” ci sono stato, ora che ho passato anni a studiare lingua e cultura del Brasile e so bene cosa è un Cangaçeiro, ora che ho visto con i miei occhi nei villaggi più remoti del Burkina Faso i bambini che cercano la Woda Woda, ora che capisco fin troppo bene quanto sia sempre vero che dittature e religione fanno l’orgia sul balcone, ora che, si potrebbe continuare all’infinito con questi esempi, tutto assume un sapore diverso ma sempre bellissimo.
Buon ascolto.
1985 – Desaparecido (1)
1986 – 17 re (2)
1988 – Litfiba 3 (3)
1989 – Pirata (4)
1990 – El diablo (5)
1992 – Sogno ribelle (6)
1993 – Terremoto (7)
1994 – Spirito (8)
1997 – Mondi sommersi (9)
1 Eroi nel vento (1) 3:45
2 Lulù & Marlene (1) 4:41
3 Istanbul (1) 5:42
4 Resta (2) 2:55
5 Re del silenzio (2) 4:07
6 Pierrot e la luna (2) 4:00
7 Apapaia (2) 5:01
8 Vendette (2) 5:29
9 Louisiana (3) 5:36
10 Paname (3) 4:58
11 Tex (3) 3:36
12 Cangaçeiro (4) 4:40
13 Il volo (5) 4:22
14 Woda-Woda (5) 5:04
15 Linea d’ombra (6) 3:08
16 Prima guardia (7) 4:56
17 Animale di zona (8) 4:36
18 Sparami (9) 4:38
Tot. 80:00
Qui il link alla playlist Spotify: Playlist Litfiba
Qui l’indice di tutte le playlist pubblicate : Indice delle playlist