The Rolling Stones: Flowers (Decca, 1967)

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L’ignaro estimatore che volesse tentare di farsi un’idea sulla struttura della discografia Stonesiana fino al 1967, nella migliore delle ipotesi ne avrebbe un colpo: in quel tempo gli Stones – comunque in voga con il trend dell’epoca e in buona compagnia, anche visto lo scempio che altri gruppi (tanto per non fare nomi, i Beatles) stavano conducendo nel frattempo – ebbero la strepitosa idea pubblicare ben due edizioni per ogni LP sfornato, una per la Gran Bretagna e una per gli Stati Uniti.

Le due edizioni di ogni album, per la cronaca, stones 1967differivano unicamente per via di alcune leggere discrepanze nel repertorio: a dirla in soldoni, per ogni edizione vi erano un paio di tracce differenti che logicamente restavano inedite per gli States o per il Regno Unito, a seconda.

Sono passati i decenni e l’industria discografica ha fortunatamente archiviato queste belle trovate (spesso a favore di altre ben peggiori), ma nonostante ciò la situazione della discografia Stones degli anni ‘60 è rimasta del tutto invariata: anche nel caso delle più recenti rimasterizzazioni del catalogo con tecnologia DSD, datate 2002, la ABKCO ha furbamente lasciato inalterata la dicotomia tra edizioni US ed edizioni UK.

Buonsenso suggerisce di privilegiare le versioni US a quelle UK, posto che queste ultime sono regolarmente prive dei pezzi cruciali del disco – a titolo di esempio, basterà tenere presente che nella versione UK di Out Of Our Heads manca giusto giusto la prescindibilissima I Can’t Get No (Satisfaction).

Inevitabile che queste tracce dovessero in qualche modo essere messe in giro per gli uni e per gli altri, prima o poi, visto oltretutto che le apposite operazioni commerciali avrebbero comportato ulteriori introiti in tal senso: detto fatto, per gli sfigatissimi fans residenti in UK venne pubblicato Big Hits Vol.1 e per gli statunitensi Flowers, composto da una decisa percentuale di inediti misti a pezzi già editi. Proprio su questi inediti ci si soffermerà, visto che dei pezzi noti s’è già disquisito nelle rispettive e più confacenti sedi.

A partire dalla collocazione cronologica dell’LP si Rolling Stones 1967 LPpuò risalire alla tipologia dei brani, tutti inevitabilmente assimilabili al periodo compreso tra Between The Buttons e Their Satanic Majesties Request: anche per Flowers, dunque, vale la raccomandazione già fatta per i due LP in questione. In cima alla lista del controllo qualità troviamo due ottimi pezzi quali Out Of Time e Backstreet Girl: il secondo in particolare è di una bellezza straordinaria, una dolcissima ragnatela di chitarra acustica mista ai singulti di Jagger ed ad alcuni sprazzi di harpsichord e fisarmonica che le conferiscono un tono curiosamente ville lumière.

Il resto del repertorio non è poi così di lusso, ma non mancano gli spunti interessanti. Buona (ma fuori luogo per dei banditi di periferia come gli Stones) la cover di My Girl, necessario tributo all’appena estinto Otis Redding. Si tengono a debita distanza, seppure senza digradare nel malissimo, Take It Or Leave It, Ride On Baby e Sitting On A Fence: pezzi senza particolare infamia, come già detto per vari brani inseriti negli LP coevi, ma assolutamente privi di spessore e totalmente avulsi dal contesto discografico Stonesiano.

Facile dire, alla luce dei fatti, che Flowers costituisce la classica chicca per i fans integralisti o per chi vuole completare ad ogni costo la propria discografia in edizione US, ma in generale costituisce un oggetto pressoché prescindibile tanto ai fini cognitivi quanto a quelli globali.

Tracklist:

Rolling Stones Flowers1. Ruby Tuesday
2. Have You Seen Your Mother, Baby, Standing In The Shadow?
3. Let’s Spend The Night Together
4. Lady Jane
5. Out Of Time
6. My Girl
7. Backstreet Girl
8. Please Go Home
9. Mother’s Little Helper
10. Take It Or Leave It
11. Ride On Baby
12. Sitting On A Fence