Paura 3D: la colonna sonora di Pivio. Recensione e soundtrack

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C’è stato un tempo in cui l’horror made in Italy spopolava in tutto il mondo. Adesso i Manetti Bros (Antonio e Marco) ripropongono un horror puro che omaggia il cinema di Dario Argento, con scantinati, catene, uncini e giovani donne prigioniere.

Paura in 3D coverLa storia è quella di Simone, Ale e Marco, tre ragazzi romani che vogliono sfruttare una lussuosa villa disabitata in periferia per un week end di divertimento. I loro piani vengono interrotti dal ritorno a casa del proprietario. Contemporaneamente Simone si avventura in cantina e scopre qualcosa che sarebbe stato meglio rimanesse nascosto.

Come accennato, il film ha tutti i cliché di genere al posto giusto, girato in un buon 3D, migliore di quello di alcune produzioni americane e un cast di giovani attori che riescono al meglio ad interpretare i propri “caratteri”. Quello che però veramente caratterizza questo prodotto è la colonna sonora, composta da Pivio, per la prima volta in solitaria dopo 15 anni di collaborazione con Aldo De Scalzi. Lo stesso autore ha dichiarato di voler realizzare un’unica partitura che gli permettesse di dare coesione al film e di mantenere l’impressione che qualcosa di tremendo stesso continuamente per accadere.

Lo sviluppo della soundtrack si risolve così in un parsimonioso uso dell’orchestra a beneficio delle sonorità e dei rumori, come se Pivio avesse lavorato più sullo sviluppo sonoro che sulla melodia. Inoltre, essendo i protagonisti del film tre ragazzi, la colonna sonora presenta numerosi inserti di Hip hop e Rap, che verosimilmente, possono rappresentare generi che anche nella vita reale appartengono a questa generazione. Il genere predominante a cui si ascrive la musica però è il Metal, e si avvale di numerose collaborazioni con gruppi italiani molto famosi sul mercato estero: dal brano di chiusura “Ogre’s lullaby” dei DEATH SS, al brano “One Thousand Memories” dei SADIST gruppo metal genovese famosissimo in Europa e quasi sconosciuto in Italia, passando per la collaborazione con DANNO in “Nessuno ce la fa”, CHEF RANGO con “Tu mi conosci” e THE WISDOOM con “Katabasis”.

Le intenzioni di Pivio sono state appieno esaudite poiché il risultato è del suo lavoro è un continuo lamento di suoni striduli e cupi che aumentano in crescendo la sensazione di disagio e inquietudine che pervade gran parte del film. Oltre agli influssi Rap e Hip Hop, massiccia è l’influenza del Black Metal giapponese che rincara la dose e destabilizza lo spettatore in due delle sequenze più fastidiose e cariche di tensione del film.