In questi giorni Milano suona a ritmo di jazz e lo fa grazie al JAZZMI: un festival che vanta ben 320 artisti per 80 concerti e 25 eventi, il tutto nel periodo che va dal 4 al 15 novembre 2016. Un evento unico, che riporta nella città meneghina una musica di spessore e caratterizzata dalla partecipazione di artisti del calibro di: Christian Scott, John Pizzarelli, John Scofield, Freddy Cole, Gregory Porter e molti altri.
E per capire meglio cosa c’è dietro questo evento e quali sono i trend della musica jazz in Italia, abbiamo intervistato uno dei protagonisti della scena musicale italiana, nonché direttore artistico del JazzMi: Luciano Linzi.
Innanzitutto buongiorno Luciano e grazie per essere con noi sulle pagine di www.PausaCaffe.net. Siamo lieti di ospitare uno dei due direttori artistici che hanno dato il via ad una delle manifestazioni musicali più interessanti di questo 2016 e che speriamo diventerà poi un appuntamento fisso qui a Milano. Il JazzMi è iniziato solo da pochi giorni e già l’affluenza sembra dare un riscontro decisamente positivo a questa manifestazione.
La prima domanda è d’obbligo: come nasce il JazzMi?
5/6 anni fa io e Titti, che condividiamo una profonda amicizia e collaborazione professionale da più di 30 anni, ci siamo detti che a Milano mancava da troppo tempo un festival jazz di caratura internazionale. Quasi da 20 anni. E abbiamo scritto un progetto.
Luciano, fra le tue tante creature c’è anche Umbria Jazz. In questo JazzMi 2016 dobbiamo aspettarci influenze dall’Umbria Jazz o si tratta di una ricetta musicale del tutto nuova?
Umbria Jazz dal 1973 ha rivoluzionato la percezione e la conoscenza della musica Jazz in Italia. Resta un modello. Con JAZZMI cerchiamo di migliorare e rinnovare quel modello.
Il Jazz e Milano: credete che la scena musicale milanese sia pronta ad accogliere un festival interamente dedicato alla musica jazz?
Crediamo di sì. La scena Jazz milanese è sempre vivacissima. Molti i musicisti, gli studenti, gli insegnanti, gli appassionati, i curiosi. Un festival dalla formula contemporanea, un festival diffuso può incontrare il favore del pubblico.
Il parterre degli ospiti di questo JazzMi è davvero entusiasmante. Ma se dovessi scegliere 3 concerti da consigliare, quali sarebbero i tre artisti a cui secondo te non si può assolutamente rinunciare?
Tra i giovani i Go Go Penguin, gli emergenti Christian Scott, gli affermati e il particolare progetto che unisce Enrico Rava a Matthew Herbert e Giovanni Guidi.
Il JazzMi è certamente musica, ma non solo musica. Leggendo il programma si vede l’intenzione di dare un volto storico e artistico al jazz: quali sono i parallelismi che prendono vita in questa kermesse meneghina?
Il Jazz è il linguaggio musicale che nasce dalla mescolanza di culture. Quello che maggiormente ha dialogato con le altre arti nel corso del secolo scorso: dalla pittura alla letteratura, al teatro al cinema, alla danza. Cercheremo di offrire al pubblico gli strumenti per approfondire la conoscenza di questi legami.
Band italiane e musica jazz: qual è lo stato dell’arte? C’è un ritorno a questo genere musicale o ancora i gruppi italiani sono lontani dal mondo jazz?
La scena italiana è da circa 30 anni una delle più ricche di talenti al mondo. Moltissimi i giovani musicisti di valore che escono dalle migliori scuole con indirizzo jazzistico come i corsi tenuti da Musica Oggi per la Scuola Abbado o Siena Jazz, ad esempio.O dalle tante cattedre Jazz dei migliori Conservatori italiani. Questi ragazzi andrebbero poi maggiormente aiutati e sostenuti istituzionalmente per farsi conoscere nel nostro Paese e all’estero.
Prossimi progetti in cantiere: Luciano, dopo il JazzMi quali sono gli appuntamenti in calendario che ti vedranno alla conduzione artistica?
Stiamo già lavorando alla prossima edizione di JAZZMI. E continuerò a occuparmi del rilancio della Casa del Jazz di Roma.