Da qualche giorno è nata una nuova realtà Web che si pone come alternativa alla televisione tradizionale e non solo. Il suo nome è Megatu.be e si definisce come il primo Multi Channel Network di Youtube in Italia con connotazioni anche di portale 2.0. Uno strumento che consentirà agli utenti non solo di trovare le migliori proposte di film in streaming, ma anche proposte dedicate al mondo dell’anime, della musica e altro ancora.
A dare il via a questo progetto troviamo due volti molto noti proprio della Tv e del cinema made in Italy, ovvero Luca Argentero ed Enrico Silvestrin. Quest’ultimo, in particolare, si occuperà di gestire una parentesi musicale molto affascinante e innovativa di Megatu.be con il programma Home Sessions: un progetto che promette di raccontare musica e artisti in un modo diretto e intimo, come mai è stato fatto prima d’ora.
E noi di PausaCaffè, affascinati da questa visione, abbiamo deciso di approfondire l’idea intervistando il protagonista di questa parentesi musicale: Enrico Silvestrin. A lui abbiamo chiesto qualcosa in più su queste Home Sessions, sul modo che avrà di affrontare la musica e su quali saranno gli ospiti che lo accompagneranno durante le sessioni in programma.
Ciao Enrico e grazie di essere qui sulle pagine di www.Pausacaffe.net. Parliamo di questo Megatu.be. Tu e Luca Argentero vi siete proposti in prima linea per questo nuovo progetto di Multi Channel Network e portale 2.0. Ma da cosa nasce questa idea?
In realtà non nasce da me. Io realizzo un prodotto che viene distribuito da Megatube; sono un contenuto di Megatube. Ho semplicemente trovato il luogo ideale dove far vivere il mio progetto Home Sessions.
Tu, nel particolare, ti occuperai quindi della sessione musicale con il programma Home Sessions. Cos’ha di differente questa trasmissione online rispetto ai tanti programmi che già parlano di musica sui media classici e digitali?
Non mi pare di vedere tanti programmi che già parlano di musica, tutt’altro, è proprio l’inspiegabile assenza quasi totale che mi ha spinto a realizzarmi da solo il mio. Neanche MTV che è canale tematico produce più intrattenimento musicale. Rai e Mediaset ne stanno fuori da anni dopo aver fatto implodere il mercato con format sempre meno rispettosi della musica stessa, vedi abusi di playback, contesti sempre meno “musicali”, interviste sempre più brevi e il meno tecniche o approfondite possibili, partecipazioni di artisti esclusivamente in promozione.
Lo scenario della musica nella tv tradizionale è impietoso,
Il web poi ci ha spesso abituato a produzioni molto povere e realizzate con scarsa qualità audio/video; io invece punto su un prodotto povero di budget ma di altissima valenza qualitativa, sia di immagine che di suono, con una ricercatezza quasi cinematografica, proprio a voler dimostrare che la qualità non dipende dai grossi investimenti.
La tv tradizionale si basa principalmente su questo falso mito, e si spendono inutilmente grosse somme di denaro per produzioni che non raggiungono il cuore, con redazioni da 15/20 persone. Nella mia formazione professionale a Londra il primo insegnamento è stato “impara a fare tutto da solo”, e ringrazio quella mentalità per avermi reso indipendente e curioso di imparare.
Quando parli di Home Sessions dici che è il frutto della tua “necessità di raccontare la musica e gli artisti, e di farlo nel modo più rispettoso e fedele possibile”; cosa intendi?
Intendo dire che la mia necessità è di essere fedele nei confronti dell’arte di chi intervisto e scelgo di raccontare. Omaggiare la carriera di chi ho davanti senza sovrastrutture, sensazionalismi, e superlativi assoluti propri di certa tv musicale o di certo intrattenimento generalista. Quindi destrutturando ho trovato che l’efficacia risiedesse nell’essenzialità, nella semplicità, nel racconto intimo.
Sempre sullo stessa tema, parli di essenzialità e “riportare la canzone nel luogo dove è nata”. Come riuscirà Home Sessions a seguire questa rotta? Quali sono le linee direttrici che hai previsto per il programma?
Non ce ne sono. Si entra nel luogo dove l’artista scrive musica, dove vive quel matrimonio tra ispirazione, note e parole, e attraverso l’esecuzione dei brani che lui stesso sceglie per meglio descriversi, cerco di fare rivivere a quelle canzoni la propria genesi.
Con Home Sessions cercherai di raccontare gli artisti in modi mai visti: in che modo?
Usando il tempo necessario per farlo, senza la fretta della tv. Se un blocco di intervista dura 12 minuti la si lascerà invariata nella sua lunghezza. In anni di interviste televisive ho sempre vissuto come un’ossessione la persona a filo-camera che mi ricordava di chiudere la conversazione. Finalmente sarà possibile sentire parlare gli artisti della propria musica, del proprio rapporto con la musica, in modo diretto ed intimo, come se parlassero proprio con chi li guarda in quel momento, negli occhi.
Musicalmente invece si potrà godere di versioni di classici in una chiave davvero rara, così come l’autore li eseguirebbe nella sua vita privata, senza microfono, senza arrangiamenti da studio; la canzone nuda, cruda e vera.
Certo. Ad oggi sono state realizzate 3 puntate rispettivamente con Fabi, che tu hai citato, con Tiromancino e con Negramaro. Nei primi giorni di Giugno pubblicherò la puntata con Elisa.
La linea è quella dei grandi autori della musica italiana, chi ha scritto la storia passata o più recente.
Home Sessions sarà dedicato al mondo dei big musicali italiani o ci saranno parentesi anche internazionali?
Home Sessions è focalizzata esclusivamente sulla musica italiana. In futuro vedremo. Non a caso ho scelto di chiamare il canale youtube.com/homesessionsitaly.
Tu sei un artista a tutto tondo: conduttore televisivo, attore e cantautore italiano. Proprio in quest’ultima veste ti chiediamo: come vedi il panorama discografico musicale italiano?
Come tutto il resto del panorama culturale del nostro paese: modesto, triste, scarno, privo di alcuna scintilla o di alcuna voglia di rischiare, impoverito, chiuso, involuto, e soprattutto vecchio. La discografia nostrana ha già patito il tardivo adeguamento al digitale per quanto riguarda la pubblicazione di album e singoli, spero che non debba patire anche il mancato adeguamento al digitale nel campo della fruizione video.
Per gli artisti dell’underground musicale che stanno cercando un’occasione per farsi notare, qual è il modo giusto di sfruttare al meglio il Web? Quali consigli hai per loro?
Non ritengo di essere la persona più adatta per questo tipo di consiglio, ma il web insegna, basta saperlo leggere ed interpretare.
Sempre restando sul panorama musicale emergente: gli artisti emergenti troveranno spazio fra i big di Home Sessions?
No, come ti ho risposto precedentemente, Home Sessions gravita esclusivamente intorno ai grandi della musica italiana.
Grazie Enrico per il tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per questa nuova avventura musicale sul Web!