Incontrando Hermann: il nuovo lavoro dei Paolo Benvegnù

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Che Hermann sia il nuovo album dei Paolo Benvegnù, è assodato. Il riverbero associato alla sua uscita è degno del grande artista quale è Paolo e quali sono i musicisti che con lui formano questa band. Un disco che è andato a ruba nei negozi, sia in preordinazione che alla data di uscita ufficiale. E che si sta posizionando fra le prime posizioni della Top 10 FNAC (nel momento in cui vi scriviamo è secondo, ma siamo pronti a scommettere che entro il fine settimana raggiungerà il gradino più alto del podio).

Quello che però bisogna scoprire e capire bene, è cosa sia esattamente Hermann. O meglio ancora…chi!

Già, perché definire Hermann semplicemente un album è riduttivo ed errato. Riduttivo, perché in pieno stile Benvegnù ogni canzone è un flusso di emozioni e sentimenti ventrali, che affluiscono dallo stomaco al cuore, e che passando dalla mente portano a un profondo grado di riflessione. Ed errato, in quanto Hermann è qualcosa di più…è un essere etereo ma reale…dai contorni ben visibili.

A noi piace immaginare Hermann come un distinto signore, dall’incedere segnato dal tempo ed accompagnato da un bastone nodoso. Il viso scavato dalla ricerca continua, ma capace di trasmettere tutti i sentimenti: dalla paura all’amore…

Ecco, questo è Hermann. Un uomo di ritorno da un lungo viaggio attraverso le ere, le persone, le convinzioni, i problemi, le paure… e i sogni dell’uomo.

Ascoltando parlare Hermann attraverso le tredici tracce del disco, si respira a pieno non solo il Benvegnù cantautore. Ma anche i progressi e l’apporto di un gruppo coeso e capace di assegnare ad ogni canzone il giusto incidere e le melodie più avvolgenti. Capaci di stupire di brano in brano. Giochi di archi e chitarre che come giochi di luci ed ombre si intrecciano per dar vita ad ogni melodia: “come stelle che si attraggono per esplodere e creare”.

Il Benvegnù del passato si ritrova con Hermann “più maturo”, pronto ad abbandonare le atmosfere intime e personali che lo contraddistinguevano, per passare ad una dimensione più grande e sotto alcuni punti di vista più profonda e nobile: l’uomo. Un bisogno necessario quello dei Benvegnù, di analizzare questo momento storico e ripercorrere dal passato ciò che è veramente l’essere umano, quello che ha perso, che è diventato e ciò di cui non si rende conto. “dove sei? dove siamo? tutti in fila a scegliere uno stile che decide per noi; dominando il nulla il passato non si cancella, ma si doma con la masticazione ed abbiamo dimenticato lo spazio che sta intorno ed il corpo è più vorace di noi”. Così recita una strofa di Good morning, Mr.Monroe! Un pezzo dall’incedere marcato e dai sapori elettronici.

Ed è così che procede Hermann nei suoi racconti, fra atmosfere dettate da affascinanti arpeggi di chitarra, come Il pianeta perfetto e L’invasore (pezzi con cui si apre e termina il disco) e ritmi più accesi e coinvolgenti, come quelli di Moses, Il mare è bellissimo e Love is Talking. Ogni brano rappresenta quasi un tassello di un puzzle del genere umano. Raccontato attraverso i suoi miti e le sue leggende, elementi con i quali i Benvegnù ripercorrono le battaglie e le paure dell’uomo stesso. Uomo inteso in tutte le sue accezioni e in cui la donna trova il suo punto focale in Andromeda Maria. Brano dedicato alla sua creativa e alla possibilità creativa di quella parte femminile che risiede nel genere umano.

Ma Hermann è anche un attento osservatore, che narra fra le strofe di Io ho visto, le sfumature di un sogno contorto che risiede ormai da troppo tempo nelle mani dell’uomo..

Tutto questo e molto più è Hermann. Un lavoro che seduce e porta a riascoltarlo in rotazione continua. Da metabolizzare probabilmente un po’ per chi si imbatte la prima volta nei Benvegnù. Ma capace di regalare davvero intense emozioni.