Stray Cat Blues, unico episodio elettrico del lavoro, è anch’esso basato su uno dei soliti riff grevi e maleducati che costituiscono il marchio di fabbrica del buon vecchio Richards, oltre che sul canto strafottente di Mick Jagger: è senza dubbio il pezzo più fragoroso dell’LP, ad anticipare idealmente gli altri episodi rumorosi e cattivi nei successivi lavori.
Merita la lode la tanto discussa Sympathy For The Devil che suggella l’apertura dell’LP: un brano entrato a tutti gli effetti nella leggenda, a partire dall’isterico incipit di bongos suonato da Rocky Dijon, passando per il diabolico testo – vero e proprio monologo autoapologetico operato dal demonio in persona – e terminando con le sporchissime “leccate” di chitarra solista nella parte finale.
Queste ultime, insieme al sinistro falsetto conclusivo di Jagger, spiccano sin dal primo ascolto quale elemento caratteristico del brano; per la soluzione melodica adoperata, chiaramente, ma anche e soprattutto per la pasta sonora della chitarra, prodotta da una chitarra saturata fino all’inverosimile, al limite del fastidioso, con un pedale fuzz di quelli che andavano di voga nei ruggenti anni ’60.
Si è molto chiacchierato, nei decenni, su chi sia effettivamente stato l’autore delle “leccate” in questione – posto che anche l’ascoltatore più occasionale non oserebbe mettere in dubbio il fatto che si tratta di una soluzione stilistica e sonora assolutamente estranea allo stile di Keith Richards – arrivando addirittura a evocare la mano dell’onnipresente Jimmy Page, il quale ha ufficialmente partecipato a numerose sessioni di registrazione con gli Stones durante la sua fortunata attività da turnista anche se è sempre stato mantenuto – assai significativamente, a parere di chi scrive – il massimo riserbo sulla portata dei suoi contributi. Sia come sia, la cosa più ragionevole da supporre è che l’assolo di Sympathy For The Devil sia verosimilmente da attribuire a Brian Jones, anche se tanto per cambiare Jagger e Richards hanno sempre tenuto a negare recisamente.