Californication: Hank Moody alter-House o nuova icona Trash?

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Dal giorno in cui il dottor Gregory House si affacciò sui nostri annoiati cenacoli, il “politicamente scorretto” ha iniziato a demolirci dall’interno. Sempre di più, a tutte le ore, con la capacità trainante del caro vecchio carro di buoi. Si è abbattuto sulle nostre pareti mentali da teledipendenti per offrirci nient’altro che la luce del sole e aria pulita. Un po’ come nel mito della caverna di Platone, quando arriva il saggio per avvertirci che le immagini che vediamo proiettate sulla parete di roccia sono le ombre, bugiarde e distorte, delle Idee che stanno all’esterno.

Attraverso quel cinico bastardo, tutti noi siamo stati testimoni del processo attraverso cui il politicamente scorretto si è transumato nella bellezza dell’imperfezione umana. La semplice gioia dell’essere asimmetrici. Ché un uomo può essere in grado di curare chiunque, tranne sé stesso. Ché la sofferenza e il fallimento non nobilitano un bel niente, e che dietro il bieco sarcasmo di una persona sola c’è, appunto, una persona sola.

Ma Aristotele ci insegna che per ogni nobile processo sociale esiste una sua degenerazione: tre anni dopo, probabilmente frutto di un condom bucato o di un bicchiere di troppo, nasce Hank Moody. Protagonista unico e incontrastato di Californication, autentico Caudillo di quel pasticcio di riprese alla nicotina e lattice di preservativo, il buon Hank si propone di portare in auge l’icona di uno scrittore che fuma tanto, beve troppo, impollina tutte le donne con cui entra in contatto visivo e, ciliegina sulla torta, non scrive nulla.

Il riferimento alla Beat Generation è lampante come Las Vegas di notte, e altrettanto grossolano, ma produrmi nello sforzo di riconoscere a Hank Moody dei particolari tratti artistici, persino i più insignificanti, che lo avvicinino a quella corrente letteraria è esercizio sinceramente crudele, impietoso per le illustri salme di scrittori del peso di Hemingway, Kerouac o Kafka. Oppure di Bukowski. Ah, povero Charles “Hank” Bukowski! Scommetto che, piuttosto che vedere il tuo nome associato a questo rigurgito di pellicola, avresti preferito che qualcuno ti pisciasse sulla lapide.

La serie si appresta comunque alla sua sesta stagione. Ciò significa che negli Stati Uniti è in preoccupante aumento il numero di persone troppo pigre per cambiare canale, oppure che la crisi creativa degli sceneggiatori a stelle e strisce ha toccato vette tali da invalidare la Relatività di Einstein. Per chi comunque non volesse demoralizzarsi, suggerisco di prendere il titolo Californication e di ridurlo alla sola Fornication. Quella sì, per palati fini. E molto Beat Generation.