Il 1965 è un anno di enormi fermenti in ambito musicale: i Beatles cavalcano praticamente incontrastati l’onda del beat – in quell’anno nel pieno del suo clamore – ma nel sottosuolo si vanno preparando i fermenti della Lunga Estate Dell’Amore e insieme a questi cominciano ad avvampare i primi, fondamentali focolai che da lì a poco costituiranno il deflagrante incipit del rock moderno.
In tutto questo contesto i Rolling Stones costituiscono una delle pietre – come poteva essere altrimenti, vista la loro ragione sociale? – miliari di questo cambiamento: la premiata ditta Jagger/Richards, al solito abilmente manovrata dal diabolico pigmalione Andrew Loog Oldham, imprime una brusca sterzata al proprio songwriting realizzando finalmente che il futuro della musica rock è racchiuso in un minuscolo, semplicissimo concetto: il riff.
Keith Richards, da bravo discepolo di Chuck Berry, inizia ad applicare coscienziosamente l’insegnamento del maestro: condensare l’energia di un impulso, di un umore, di una sensazione in una canzone usando come arieti dei riff di chitarra semplici ma uncinanti, immediati, feroci.
Tale teoria viene applicata in maniera estensiva proprio a partire da Out Of Our Heads: il resto è storia nota. Il primo risultato di questa politica è (I Can’t Get No) Satisfaction, brano che da solo può giustificare l’acquisto dell’LP. Cosa si può dire di una canzone che ha sconvolto la musica e che dopo mezzo secolo continua ad essere l’ABC del Rock and Roll? Semplicemente che tutta la sua essenza è racchiusa nella sfrontata sequenza di tre note che ne compone il riff di chitarra, nel modo in cui Richards la distorce con l’uso di un fuzz di grande effetto e nel testo, infarcito di provocazioni ed esibizioni di machismo assolutamente inedite per l’epoca.
Out Of Our Heads costituisce un decisivo giro di boa nel modus operandi degli Stones; basta dischi composti da dieci cover di classici RN’R e R&B e due o tre pezzi personali, come nei precedenti LP, ma un alternarsi al 50% di cover e pezzi realizzati in proprio: la differenza sta nel fatto che adesso i pezzi forti sono quelli di nuova composizione. Sul versante delle cover, a proposito, degne di citazione sono Mercy Mercy, forte di un suono di chitarra con saturazione da manuale, e la Hitch Hike di Marvin Gaye, il cui incipit verrà trasfuso pari pari da Lou Reed in There She Goes Again (Velvet Underground & Nico, 1967): tra parentesi, non sarà neppure l’unico suo plagio dagli Stones.
Le altre tre cover scorrono via fiacche, con il loro carico di retorico romanticismo beat.
Dulcis in fundo, ci sono i sette pezzi scritti dagli Stones. The Under Assistant West CoastPromotionMan è un sostenuto blues estremamente gradevole che, come suggerisce il titolo stesso, funge da ringraziamento ai “backroom boys” del music business da parte dei Nostri; mentre I’m All Right consiste in un pezzo beat dall’incerta identità, seppure decisamente proteso verso le nuove sonorità Stones. Da notare che tanto The Under Assistant… quanto I’mAll Right sono edite con lo pseudonimo di Nanker Phelge (di cui si è già parlato in coda all’articolo: Rolling Stones: The Rolling Stones (England’s Newest Hit Makers).
Di Satisfaction si è già detto: segue a ruota The Last Time, altro classico Stones coronato da un riff davvero notevole, in tutta la sua scivolosa semplicità. Non meno succulente sono PlayWith Fire e The Spider And The Fly; la prima è una splendida ballad per voce, chitarra ed harpsichord, divenuta anch’essa con gli anni un classico del gruppo. La seconda consiste in un arrancante blues dall’appeal irresistibile, reso ancor più accattivante dai ricami di armonica di Mick Jagger. Fanalino di coda è One More Try, inconcludente episodio posto dagli Stones a epitaffio delle loro digressioni beat. La strada giusta è stata comunque imboccata: la svolta definitiva è alle porte, anche se occorrerà aspettare il ’68, col diabolico Beggars Banquet.
Tracklist:
1. Mercy Mercy 2. Hitch Hike 3. The Last Time 4. That’s How Strong My Love Is 5. Good Times 6. I’m All Right 7. (I Can’t Get No) Satisfaction 8. Cry To Me 9. The Under Assistant West Coast Promotion Man 10. Play With Fire 11. The Spider And The Fly 12. One More Try
Si chiama Love Is Requited il nuovo singolo di Elisae colonna sonora del film “Un giorno questo dolore ti sarà utile” di Roberto Faenza, scritto da Michele Von Buren (su musiche di Andrea Guerra) e che uscirà il prossimo 24 febbraio. Un brano che è letteralmente esploso sul Web dopo l’anteprima live di Elisa al programma di mamma Rai e presentato da Fiorello: Il più grande spettacolo dopo il weekend.
Un intervento che ha visto la cantante non solo interpretare il brano, ma anche lasciarsi andare a una piacevole e divertente discussione con il Fiorello nazionale, capace di sciogliere, a quanto pare, anche un’artista tendenzialmente riservata come Elisa.
Ma torniamo a Love is Requited. Abbiamo parlato di singolo, ok direte voi… ma di quale album? Non era Ivy il nuovo album di Elisa? Beh, Ivy è l’ultimo album della cantautrice italiana ed è firmato 2010. Però la bella e brava Elisa ha pensato bene di preparare un nuovo disco, che uscirà il 31 gennaio 2012 e dal titolo Steppin’ on Water. Unico problema, almeno per i suoi fan italiani, è che l’album è previsto per il mercato degli States. Verrà poi distribuito anche in Europa? Al momento non c’è nulla di certo e le indiscrezioni regnano sovrane.
C’è chi dice di si e chi invece parla di un disco orientato al solo mercato d’oltre oceano. Staremo a vedere. Non ci resta che lasciarvi al video della canzone Love Is Requited, interpretata dal vivo a Il più grande spettacolo dopo il weekend, al dialogo fra Elisa e Fiorello e in coda al testo della canzone.
Appena avremo news ve le segnaleremo nella sezione Novità qui su Pausa Caffè. Stay tuned!
Elisa – Love Is Requited
So the day has finally come With my past I’ve drawn the sum And I’m glad I’m moving on Lost in un-returning time Let the winter chill my prime But I’m done, I’m moving on Looking back can help you through But I wonder if that’s true I don’t wanna have to stake it Ohhh Maybe sorrow is my gain And I’m learning from the pain But I’m ready to move on Coz the moment’s high And my tears have dried And I feel Show myself in flame and steel Coz the moment’s nigh And I’m out to try This is real Clad myself in flame and steel Yeah, you’ll be invited If you’re willing to show your hand Love is requited Yeah, you’ll be invited If you’re willing to show your hand Love is requited Lost in un-returning time Let the winter chill my prime But I’m done, I’m moving on Maybe sorrow is my gain And I’m learning from the pain But I’m ready to move on Coz the moment’s high And my tears have dried And I feel Show myself in flame and steel Coz the moment’s nigh And I’m out to try This is real Clad myself in flame and steel Yeah, you’ll be invited If you’re willing to show your hand Love is requited Yeah, you’ll be invited If you’re willing to show your hand Love is requited
Renato Zero torna con un nuovo album: Puro Spirito. Ed è proprio oggi (29 novembre) la data di lancio scelta dal cantante romano per diffondere il suo ennesimo lavoro discografico.
Già dal titolo, Puro Spirito, il Renato nazionale ci fa capire quale sia il messaggio di cui intende farsi promotore e cioè l’ottimismo. Un modo per allontanare malumori e tristezza e sorridere sempre, così come titola una canzone del disco stesso. Come? Questo titolo non vi dice nulla? È una canzone che non conoscete? Certo… non vi ricorda nulla perché è un inedito. Puro Spirito, infatti, non è solo una raccolta di alcuni fra i brani più celebri di Zero; ma include anche due brani inediti: Sorridere sempre, con testo di Renato Zero e musiche diMaurizio Fabrizio e Testimone, realizzato in collaborazione con Mariella Nava.
In particolare è proprio Sorride sempre a rispecchiare la vena di ottimismo che in cantante vuole imprimere ai suoi fan: “Sorridere sempreostinatamentel’ottimismo serveè quella spinta in più”. Così recita un verso del testo della canzone.
Insomma un Renato Zero che ancora una volta si prepara a colpire nel segno, in un momento storico in cui di ottimismo ce ne vuole certo parecchio per andare avanti, nonostante tutte le difficoltà che la crisi ci mette davanti.
Il disco si compone di 19 brani e, come vi dicevamo prima, due inediti. Ecco di seguito la tracklist:
Sorridere sempre (inedito)
Paleobarattolo
Supersolo
Erotica Apparenza
Amore Al Verde
Soldi
Danza Macabra
Amore Sì Amore No
Al Cinema
Viva La Rai
Profumi Balocchi & Maritozzi
Fai Da Te
O Dino O Sauro
Galeotto Fu Il Canotto
Menefotto
Nuda Proprietà
MEDLEY: Triangolo / Mi Vendo
La Zeronave
Testimone (inedito)
Non ci resta che lasciarvi con il video lanciato per l’anteprima del disco. A presto!
Oggi sulla pagine di Pausa Caffè abbiamo il piacere di ospitare Dente (al secolo Giuseppe Peveri). Il giovane cantautore emiliano ha da poco pubblicato il suo nuovo album Io tra di noi (di cui vi abbiamo già parlato nel post: Dente: Io tra di noi, il nuovo album del 2011. La recensione), che è stato molto bene accolto dal pubblico, come dimostrano le vendite, i passaggi in radio e la presenza ai live.
Abbiamo raggiunto Giuseppe telefonicamente, scambiando con lui una piacevole chiacchierata non solo sul suo ultimo disco, ma anche su qualche nostra curiosità. Dente, come nei suoi testi, è stato molto diretto e non si è risparmiato in parole e particolari, dando all’intervista il tono di un dialogo fra amici.
Ciao Giuseppe e grazie di essere qui con noi. Cominciamo con un paio di domande serie. Il tuo nuovo album “Io tra di noi” è entrato nella classifica FIMI dei dischi più venduti in Italia direttamente al quindicesimo posto. È banale chiederti se te l’aspettavi? No non è banale. La mia risposta sarà banale… non me lo aspettavo. Mi aspettavo di entrare in classifica, questo si, ma non a quel posto. Però sapevo che comunque c’era attesa e molta gente in quella settimana l’avrebbe comprato; però non mi aspettavo il quindicesimo posto, ecco!
E come vi dicevamo, i brani sono stati presentati in occasione del programma trasmesso dalla ABC nel giorno del ringraziamento: A Very Gaga Thanksgiving. Bene, tra le canzoni estratte da quella trasmissione, è in particolare uno il brano che sta facendo il giro del Web e che vede Lady Gaga cantare il noto brano natalizio White Christmas. Tuttavia, si sa, Lady Gaga è pur sempre Lady Gaga e doveva distinguersi per qualcosa giusto? Bene e allora cosa si è inventata la cantante italoamericana? Ha aggiunto una strofa alla canzone, perchè a sua detta troppo bella per farla finire così velocemente.
Ed ecco che accanto alle parole “i’m dreaming of a white Christmas, just like the ones i used to know” eccetera eccetera, arrivano quelle di Gaga, che suonano più o meno così: “Sto sognando un uomo di neve bianca, con un naso di carota e occhi di carbone. Oh, e quando piange, io sto andando a dirgli che è tutto ok, perchè Babbo Natale è sulla sua slitta e lui è ulla sua strada“. Insomma, niente di trasgressivo… ma solo una strofa in più, che dipinge una Lady Gaga forse più dolce di quanto non sia mai apparsa fin ora.
Bene, non ci resta che lasciarvi al video di White Christmas e a seguire al testo. Buon ascolto.
Lady Gaga ancora una volta rompe gli schemi e a distanza di pochi mesi dal suo ultimo album Born This Way lancia un nuovo EP: A Very Gaga Holiday.
Certo, avete capito bene e come è facile intuire, il disco è prettamente dedicato al Natale, o meglio ancora è un vero e proprio tributo al periodo natalizio. Già, perché non solo Buble ha avuto la splendida idea di sfruttare questo fine anno per lanciare un nuovo disco, anche miss germanotta ha voluto dire la sua con questo A Very Gaga Holiday.
L’album, che come detto è un EP e quindi conterrà poche tracce, è stato diffuso proprio ieri (26 novembre) ed è disponibile per il download dall’iTunes Store. Ma quanti sono questi brani? E soprattutto quali? Bene, appaghiamo subito la vostra curiosità. Le canzoni sono quattro e nel particolare: White Christmas, Orange Colorad Sky, Yoü and I e The Edge of Glory; tutte registrate in versione live. Quando? Durante la programmazione di A Very Gaga Thanksgiving, il programma trasmesso qualche giorno fa dal network americano ABC in occasione del giorno del ringraziamento.
Ecco di seguito la tracklist dell’EP e la copertina del disco:
The Edge of Glory (Live) – 4:52 (Lady Gaga, Fernando Garibay, Dj White Shadow)
E prima di lasciarvi ai video delle canzoni, vogliamo darvi qualche chicca. Ad esempio per White Christmas (di cui trovate testo e video a questo post: Lady Gaga canta White Christmas: video live e testo della canzone di Natale 2011), e cioè il noto brano americano che inneggia al Natale, Lady Gaga ha deciso di aggiungere una strofa in più. Si, avete capito bene. La stessa Lady ha dichiarato: “Questa canzone è troppo corta ed è una bella canzone di Natale, così ho aggiunto un extra“. Insomma una cover con una piccola aggiunta. Per quanto riguarda Orange Colored Sky, miss germanotta aveva già interpretato la canzone durante un’apparizione a sorpresa al The Oak Room di New York lo scorso anno e poi il 5 gennaio 2011, per rieseguirlo ancora qualche giorno fa durante lo speciale A Very Gaga Thanksgiving.
Bene, non ci resta che lasciarvi ad uno dei brani presenti nel disco. Buona visione e diteci che ve ne pare!
Si chiama Santa Claus Is Coming To Town il nuovo singolo firmato da Michael Buble e scelto come brano natalizio per augurare un felice Natale a tutti. Il video ufficiale è da qualche giorno in rotazione nei canali musicali TV e sta già riscuotendo un grande successo sulla Rete.
Ma andiamo per gradi. Santa Claus Is Coming To Town è una canzone estratta dal nuovo album di Michael Buble e dal titolo Christmas. Christmas è il quindicesimo album del cantante canadese, che sta davvero creando una discografia costellata di successi. Questo ultimo disco è stato pubblicato lo scorso 25 ottobre con etichetta Warner Music e per la produzione di Bob Rock, David Foster e Humberto Gatica. Ecco di seguito la trackilist ufficiale:
1. It’s Beginning To Look a Lot Like Christmas 2. Santa Claus Is Coming To Town 3. Jingle Bells (feat. The Puppini Sisters) 4. White Christmas (feat. Shania Twain) 5. All I Want for Christmas Is You 6. Holly Jolly Christmas 7. Santa Baby 8. Have Yourself a Merry Little Christmas 9. Christmas (Baby Please Come Home) 10. Silent Night 11. Blue Christmas 12. Cold December Night 13. I’ll Be Home for Christmas 14. Ave Maria 15. Mis Deseos/Feliz Navidad (feat. Thalia)
Un album che rievoca certamente in pieno l’atmosfera natalizia, non solo grazie alla tipologia delle canzoni, ma soprattutto per la voce di Buble, calda e avvolgente come sempre.
Per quanto riguarda la canzone Santa Claus Is Coming to Town, c’è da dire che questa in realtà è una tradizionale canzone natalizia statunitense e non un pezzo inedito di Michael Buble. Il brano risale al 1932 e fu composto da Haven Gillespie (per le parole) e J. Fred Coots (per le musiche). Ma non è tutto. A cantarla però non fu nessuno dei due artisti appena citati, bensì Eddie Cantor che la interpretò per la prima volta nel 1934 in una trasmissione radiofonica, in occasione del giorno del ringraziamento.
Altra interessante curiosità riguarda la prima registrazione del brano, risalente sempre allo stesso anno (1934), ma ad opera di George Hall and the Hotel Taft Orchestra e Sonny Schuyler. Da allora numerose sono state le versioni di questa canzone che si sono susseguite negli anni. Fino ad arrivare a questo Natale 2011 e all’interpretazione di Buble.
Bene, non ci resta che lasciarvi al video ufficiale di Santa Claus Is Coming to Town. Buon ascolto… 😉
Questo sito o gli strumenti di terze parti utilizzati dallo stesso si avvalgono di cookie necessari al suo corretto funzionamento ed utili a inviare pubblicità e fornire servizi in linea con le vostre preferenze. Per saperne di più e capire come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, potete cliccare su "Cookie Policy". Cliccando su Ok, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsentite all’uso dei cookie. OkCookie Policy