Ormai tutti i possessori di smartphone, qualsiasi sia il modello o marca, possono usufruire del servizio di messaggistica istantanea diventato famoso con il nome di Whatsapp, lanciata il 2009 da Jan Koum e Brian Acton due ex-dipendenti di Yahoo!.
L’app è nata con l’obiettivo di fornire la possibilità di spedire e ricevere sms tramite il web, quindi eludendo il solito circuito di trasmissione dati adoperato da tutte le compagnie telefoniche; infatti, spaventa molto questo progetto che potrebbe portare ad una graduale riduzione di entrate da parte delle big del settore.
Whatsapp è riuscita a conquistare 250 milioni di utenti in 4 anni, riuscendo nell’impresa di portare a casa una significativa fetta di mercato. L’applicazione, scaricabile dai vari appstore dei dispositivi mobili, ha diverse tariffe a seconda del sistema operativo di provenienza: gli utenti iOS pagano 0,99 centesimi al download mentre gli altri sistemi mettono a disposizione l’app inizialmente gratis per poi andare a pagare un corrispettivo ogni 12 mesi.
I due fondatori sono orgogliosi del lavoro fino ad ora svolto e dai
Inoltre, il servizio non prevde alcun tipo di pubblicità, da sempre un grande vanto per gli ex-dipendenti di Yahoo!: <<i telefonini sono oggetti così privati e personali che metterci dentro l’advertising non può che portare un’esperienza negativa per l’utente>>; parole molto forti dei due colleghi, però rimane un piccolo dubbio, ovvero in che modo vengono utilizzati i dati da parte dell’applicazione nel momento in cui ci comunica “Whatsapp vorrebbe accedere ai tuoi contatti”, sarebbe fantastico se potessimo rispondere dicendo “che cosa ci vuoi far?”.