Ordini per l’iPhone 5 giù del 50%: è crisi per Apple?

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Come sempre accade, dopo un periodo di forti vendite, c’è sempre un inevitabile periodo di rallentamento o stagnazione. Accade così da anni che, dopo la stagione degli acquisti natalizi, Apple riduca gli ordinativi di iPhone ai propri fornitori (ma non solo si iPhone, anche di altri dispositivi).

Quest’anno però, sembra che sia successo qualcosa di diverso. Secondo il Wall Street Journal, che avrebbe a sua volta avuto la soffiata da alcune fonti anonime, ma vicine alla società, per il trimestre gennaio-marzo di quest’anno Apple avrebbe richiesto una fornitura fortemente ridotta di schermi ad alta risoluzione e altri elementi chiave per la produzione dell’iPhone. Molto più che non negli anni precedenti.

Della notizia se ne è occupata la stampa di tutto il Mondo, tanto che la Reuters parla addirittura di pre-ordini ridotti del 50% rispetto alle 65 milioni di unità previste.

Cosa significa questo? Per il momento possiamo fare solo delle deduzioni, in attesa che la settimana prossima vengano resi noti i risultati dell’ultimo trimestre del 2012 e ance le aspettative per il trimestre successivo (per l’appunto il primo del 2013).

La nostra dedizione è che iphone 5 vendite calo 50%una riduzione così massiccia degli ordini ai fornitori potrebbe essere sintomatica di una sola cosa: una forte riduzione delle vendite dell’iPhone 5.

Questa stessa deduzione dev’essere stata fatta anche da altri (da molti altri, probabilmente), tanto che il titolo Apple nella borsa USA è sceso fin sotto i 500 dollari, per poi risalire in chiusura a 504,25 (-3,1%); il valore più basso mai registrato da febbraio 2012 in poi e con una diminuzione del 26% del valore rispetto al picco massimo registrato lo scorso mese di settembre.

Di questa situazione potrebbe trarre ulteriore vantaggio Samsung, che tra Galaxy S, S2 ed S3 ha venduto almeno 100 milioni di unità e che nell’ultimo trimestre dell’anno avrebbe realizzato, secondo il Wall Street Journal, un profitto che oscillerebbe tra gli 8,1 e gli 8,5 miliardi di dollari.