Se davvero “il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista”, nel caso di Dario Brunori (e della sua impresa a conduzione familiare) bissare il successo di Vol. 1 si prospettava un lavoro parecchio difficile. L’esordio del gruppo era uscito quasi in sordina nell’estate di due anni fa e, poco a poco, si era fatto strada nelle orecchie e nel cuore della gente, grazie anche ad una ricca serie di concerti in tutta Italia. Fino ad arrivare a vincere il Premio Ciampi 2009 come miglior disco d’esordio e a fregiarsi della Targa SIAE/Club Tenco al Premio Tenco 2010 come miglior autore emergente. Un successo basato su una manciata di canzoni semplici e schiette, impregnate di 50 anni di cantautorato italiano risultando allo stesso tempo freschissime, ricche di testi nostalgici e frasi che rimangono impresse fin dal primo ascolto: una sorta di piccolo miracolo che era riuscito a mettere d’accordo tutte le fasce di ascoltatori, dai pensionati agli indie-snob.
Con queste premesse, alla notizia dell’uscita di Vol. 2 – Poveri Cristi la paura di trovarsi davanti ad un remake sbiadito del disco
L’album propone una varietà di arrangiamenti e di mood davvero invidiabile, restando allo stesso tempo compatto e coerente, mettendo in scena una sorta di concept sui poveri cristi che popolano l’Italia degli “anni zero”. Ma questi personaggi, più che ai loro coevi raccontati con ricchezza di elucubrazioni da molti colleghi (e.g. Le luci della centrale elettrica), rimandano a quel misto di crudezza e ironia che caratterizzava la poetica del conterraneo Rino Gaetano. Ma quello al compianto cantautore calabrese è solo il rimando più banale e immediato, che risulta molto limitante per un album che è un calderone di riferimenti, impastati insieme e filtrati dall’occhio ben riconoscibile dello stesso Brunori.
Da un lato ci sono i pezzi più riflessivi: l’iniziale tragedia psichedelica de Il giovane mario; la dolce insonnia di Una domenica notte (già presente in La leva cantautorale degli anni zero, raccolta dedicata alla nuova canzone d’autore italiana); la commovente Bruno mio dove sei, dedica al padre scomparso cantata nei panni della madre, esempio chiarissimo di come si possa tirare fuori un pezzo di tutto rispetto anche trattando un tema che sulla carta sembrerebbe estremamente retorico.
A metà fra questi due estremi si trovano i pezzi che più ricordano la Brunori Sas del disco d’esordio, con una malinconia rarefatta a prendere il posto dei dolci ricordi nostalgici. L’amara intimità di Lei, lui, Firenze, il balletto naïf di La Mosca, l’apatia da abbandono di Tre capelli sul comò e il finale con Fra milioni di stelle, probabilmente il pezzo che più riesce a trovare l’equilibrio fra il romanticismo di Brunori e la poetica di Rino Gaetano (“c’è chi beve negroni/ chi nemmeno un caffè/ chi si è rotto i coglioni di guardare rai tre”).
Tirando le somme Vol.2 – Poveri Cristi è un disco denso, carico di emozioni, di suoni, di parole, di amore e disillusioni e la forza dei pezzi della Brunori Sas è ancora quella che per alcuni è il più grande difetto: sono canzoni che nascono già “classiche”, le ascolti una volta e ti sembra che siano sempre esistite, ti sembra persino di conoscere bene i personaggi che le popolano.
Si, ci sono tante influenze e nemmeno tanto nascoste: Dalla, De gregori, Rino Gaetano, Battisti, Ivan Graziani; ma volendo anche Luca Carboni, Claudio Lolli, Venditti, Flavio Giurato, Vecchioni, in sostanza tutta la tradizione cantautorale italiana. Non ci vorrà molto prima che partano le discussioni fra i polemici per cui è musica “nata vecchia”, è “il Rino Gaetano dei poveri” (cristi), è troppo pop, troppo classico, troppo urlatore, troppo chissà cos’altro; e chi semplicemente, come due anni fa, si
In coda un piccolo appunto: perché relegare la bellissima voce di Simona Marrazzo ai soli cori? In un ipotetico Vol. 3 sarebbe bello vedere affidare a lei qualche pezzo, è un peccato tenere un “dipendente” così fidato e dotato in secondo piano.
Vi ricordiamo infine che l’uscita ufficiale di Vol. 2 – Poveri Cristi (con etichetta Picicca Studio) è prevista per il prossimo venerdì 17 giugno. Di seguito trovate la cover del CD e la tracklist, seguiti da un video di anteprima realizzato durante le registrazioni del disco.
Roberto Interdonato
Vol. 2 – Poveri Cristi
1 Il giovane Mario
2 Lei, lui, Firenze
3 Rosa
4 Una domenica notte
5 Il suo sorriso (con Dente)
6 La mosca
7 Bruno mio dove sei
8 Animal colletti (con Dimartino)
9 Tre capelli sul comò
10 Fra milioni di stelle
Ed ecco il video dell’anteprima:
BRUNORI SAS “Vol. 2 – Poveri Cristi” | Making Of from trallalàlla on Vimeo.