Quanto ci costano i pirati informatici? 400 miliardi l’anno

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Una ricerca realizzata dal CSIS (Center for Strategic and International Studies) ha svelato che la criminalità informatica costa alle aziende fino a 400 miliardi di dollari all’anno. Questo in termini di danno immediato, ai quali occorre però aggiungere anche il danno futuro e quello sommerso, fermo restando che dovremmo prima riuscire a calcolarli con precisione.

Due danni che non si ripercuotono solo sulle aziende colpite dai pirati, ma sull’intera economia globale già nel medio termine.

In effetti il Center for Stategic and International Studies, la cui ricerca è stata sovvenzionata dal produttore di suite antivirus e software per la sicurezza McAfee, ha stimato che il danno prodotto dai pirati possa essere compreso tra i 70 i 400 miliardi di dollari all’anno. Giusto per rendere la cosa più comprensibile, questo si traduce in un danno di più o meno 500mila posti di lavoro nei soli Stati Uniti con un solo, comprensibile, effetto positivo, ovvero l’incremento del volume degli investimenti nella sicurezza, cosa che però non pare ottenere i risultati sperati.

Nella ricerca il CSIS mette in guardia proprio sui conteggi errati delle perdite fatti finora. Finora le perdite erano considerate solo quelle strettamente collegate alle azioni di cybercrime, invece il secondo attacco hacker google Spamhausil CSIS questo tipo di valutazione è errata e non pesa la portata degli effetti reali dei danni causati dalla criminalità informatica.

Il CSIS porta un esempio lampante: lo spionaggio e il furto di proprietà intellettuali da parte dei pirati cinesi visto dal punto di vista dell’impatto economico diretto, tutto sommato non genera perdite significative, ma questo potrebbe, nel medio periodo, comportare una significativa modifica delle performance economiche degli Stati Uniti.

Quindi, occorre fare tutto il possibile per cercare di limitare al massimo, se non eradicare, questo problema.