Sergio Bonelli Editore, Anno Domini 2014. Tempo di grandi rinnovamenti: serie completamente a colori e divise in stagioni (Orfani / Orfani:Ringo), l’universo di Dylan Dog viene in buona parte rivoluzionato (vedi il post Dylan Dog Fase 2: Ritorno al presente), vengono prodotti numeri con copertine variant in esclusiva per Lucca Comics, si prospetta una riacquisizione dei diritti che erano stati venduti per produrre eventuali serie TV e motion comic (già pronto il debutto di quello di Orfani per il 6 Dicembre prossimo).
In questo marasma general, con relativamente poco preavviso e molto molto poco battage pubblicitario, arriva Lukas. Un fumetto horror con al centro una città governata dai non-morti. La prima cosa che verrebbe da dire è: ma non sarà una cosa un po’ già vista? Ed in effetti, fermandosi alla superficie, sia in Bonelli
Lukas nasce dalla penna di Michele Medda, creatore insieme ad Antonio Serra e Bepi Vigna di Nathan Never, una delle serie Bonelli di maggior successo degli ultimi 20 anni, e del suo spin-off Legs Weaver, sceneggiatore (sia in coppia con Serra e Vigna, che da solo) di diverse storie di Dylan Dog e Martin Mystere degli “anni d’oro”, e creatore, sempre per Bonelli, della miniserie Caravan. Insomma, non proprio l’ultimo arrivato. Il design del personaggio è invece affidato a Michele Benevento (già con Medda in Caravan).
Nonostante il tema dei non-morti e la costina nera con scritte bianche e rosse riportino la mente alla fortunata serie a fumetti The Walking Dead e alla rispettiva (altrettanto fortunata) serie TV – abbastanza da indurre un occhio distratto in confusione più di una volta, in edicola – Lukas ha di certo più punti di contatto con un altro serial: il francese Les Revenants.
Come nella serie francese (che, piccolo off-topic, si fregia di un’eccellente colonna sonora dei Mogwai), i ridestati di Lukas non sono degli Zombie putrefatti e inebetiti: sono, all’apparenza, delle persone normali e in salute. Solo un po’ violenti e con un’alimentazione un po’ particolare (tipo, carne umana).
Il vero twist che differenzia Lukas dall’horror Bonelli per eccellenza (Dylan Dog) è che qui il protagonista non è (solo) un cacciatore di mostri: è egli stesso un mostro, un ridestato, cacciato e cacciatore. Un essere che dovrebbe essere cinico e malvagio e che invece si ritrova, a differenza dei suoi simili e probabilmente senza sapere nemmeno bene perché, a fare la parte del buono, nei limiti del possibile.
La caratteristica vincente di Lukas è il suo poter essere schiettamente vintage: per quanto Medda possa infarcire le storie di elementi che ci ricordino che siamo nel presente (smartphone, selfie, internet-dipendenti, e via dicendo), tutto in Lukas è
Lukas rappresenta un’idea vincente perché può permettersi di essere tutto ciò che Dylan Dog non è (era?) più: immediato, cruento, citazionista, una lettura semplice con riferimenti colti, un anti-eroe tenebroso per cui parteggiare ma con riserva, un tipo misterioso di cui vorremmo sapere di più, ma con una certa paura di quello che andremo a scoprire.
In edicola trovate attualmente il numero 9 “Zombie” (uno dei più riusciti della serie, nel suo gioco di citazioni incrociate e nella sua crudele anti-morale), scritto da Medda (come tutti i precedenti) e disegnato da Andrea Borgioli (un altro punto a favore di Lukas: possiamo apprezzare disegnatori semi-esordienti che nelle altre testate non possiamo – ancora – vedere), mentre per ora sono stati confermati 24 numeri (che costituiscono due ideali stagioni da 12 numeri ciascuna).
Che dire, che siate amanti dell’horror o semplicemente amanti del fumetto il consiglio è uno solo: date una chance a Lukas.