CAMERA237: Alone in an empty bed (Foolica Records, 2011) il nuovo album

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1990

Pensate allo stupore che può cogliere un bambino quando scopre che gli allegri animali della fattoria sono gli stessi che per anni gli hanno servito ben cucinati e porzionati nel piatto. Nella stessa condizione potrebbe ritrovarsi l’ascoltatore al termine di questo disco, focalizzando il fatto che questi Camera 237 sono gli stessi che qualche anno fa hanno dato alle stampe Vectorial Maze (Garage75 Records, 2005).

Da quell’esordio discografico ne è passata di acqua sotto i ponti: tre bassisti, tanti live di successo in giro per l’Italia e un secondo disco, Inspiration is not here (Foolica Records, 2009) che, se la fama avesse un minimo criterio di meritocrazia, sarebbe annoverato fra i migliori episodi della scena indipendente italiana degli ultimi anni.

Dal post-rock strumentale à la Mogwai e i pezzi numerati ordinatamente come camere di un inquietante albergo, si è passati ad una curiosa mistura di synth pop e psichedelia, con il canto diventato ormai elemento fondamentale della musica del gruppo e titoli sicuramente più espliciti (uno – John Arne – prende addirittura il nome dal terzino norvegese della Roma John Arne Riise).

Se è vero che qualche avvisaglia dell’evoluzione in questo senso della musica del quartetto cosentino era già presente nel disco precedente, è altrettanto disorientante il cambio di mood che si avverte fra i nove pezzi di questa nuova opera. Da brani che puntavano tutto sull’impatto di una sessione ritmica aggressiva e sugli intrecci geometrici e graffianti delle chitarre, si è passati ad una formula dilatata, dove a farla da padrone sono melodie di tastiere dal sapore quasi infantile ed un elettronica aliena e rarefatta, con le chitarre che si fanno sempre più morbide ed eteree.

Se in alcuni casi la batteria si fa ancora sentire (il crescendo dell’iniziale Etiquette is useless, la marcetta sghemba di Wake up alone in an empty bed, la cavalcata “sussurrata” di Carry on), in buona parte del disco la cattiveria sparisce del tutto (Echoes from my brain, Nova Ruda, My Wrong Words) e si vira verso un’atmosfera quasi melensa. Più che l’inquietudine dello “svegliarsi soli in un letto vuoto” vengono trasmesse sensazioni di una serenità quasi irreale.

Alone in an empty bed è un disco diverso, sicuramente coraggioso e probabilmente di transizione: sembra rappresentare più il punto di una nuova partenza, che non quello di arrivo di un certo percorso musicale. In più punti le reiterazioni delle note di synth sembrano ricordare i rintocchi di un orologio, lo spettro del tempo che ci scorre addosso senza lasciarci la possibilità di cambiare completamente pelle, o almeno di mantenere lucida quella che avevamo prima.

Come l’Ulisse dantesco i Camera 237 non sanno stare fermi e non si adagiano sugli allori di una formula consolidata. Proseguono verso sentieri ignoti e imprevedibili, probabilmente consapevoli e noncuranti del fatto che, voltandosi indietro, potrebbero non ritrovare più coloro che li avevano seguiti sin ad ora.

Roberto Interdonato

Update 29/05/2011

È finalmente disponibile il video di Carry On (To Carry On), primo singolo firmato Camera 237 ed estratto da Alone in an empty bed. Il clip è stato diretto da Fabio Rao, con la fotografia di Giuseppe Colonnese, e prodotto da Logosfilmaker.

Trovate il video a questo post: Camera 237: Carry On (To Carry On). Il nuovo singolo da Alone in an empty bed (video e testo).