Anonymous poco anonimi: arrestati 4 hacker per attacchi alla presidenza del Consiglio dei Ministri

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Al termine di un’operazione chiamata “Tango Down”, quattro persone sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di aver effettuato attacchi informatici nei confronti della presidenza del Consiglio dei Ministri, del ministero della Difesa, della Polizia, dei Carabinieri, delle Capitanerie di Porto, della Banca d’Italia, di Equitalia, di Trenitalia, dell’Università Luiss di Roma, dell’Enel, della Siae e del comune di Torino.

I quattro arrestati sono G.P. 34enne di Lecce, L.L. 20enne originario della provincia di Bologna, S.L. 28enne della provincia di Venezia e J.R. 25enne della provincia di Torino. Assieme a loro sono state denunciate a piede libero altre sei persone e nel corso di una decina di perquisizioni compiute in diverse città d’Italia è stato sequestrato materiale di tipo informatico. Gli indagati, oltre alla classica accusa di accesso abusivo a sistemi informatici e interruzione di comunicazioni informatiche e telematiche, sono accusati anche di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo ai sistemi informativi e al furto di codici.

I quattro, che secondo il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia postale sarebbero il vertice italiano del movimento internazionale Anonymous avrebbero utilizzato il nome di questa notissima organizzazione non solo ai fini della realizzazione degli obiettivi dello stesso movimento, ma anche per scopi puramente personali, arrivando persino ad offrire la propria assistenza ai soggetti colpiti per riparare i danni provocati ed evitare nuove “manomissioni” dei sistemi hackerati.

Infatti gli indagati, come ha avuto occasione di spiegare attacco hacker google SpamhausMarco Valerio Cervellini, Sostituto Commissario della Polizia di Stato, in servizio presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni avevano costituito un gruppo che invece di perseguire le battaglie ideali di Anonymous, perseguiva soprattutto i propri interessi, cercando anche di eliminare dalla scena informatica i concorrenti praticando la delazione verso altri membri di Anonymous.

Piccola curiosità: uno dei quattro arrestati nel marzo del 2012 era stato intervistato dagli inviati della trasmissione “Le iene” perché asseriva di aver compiuto un’intrusione informatica ai danni della società Vitrociset, azienda italiana che gestisce diversi siti delle forze dell’ordine. Sull’operazione, però, diversi hanno sollevato qualche dubbio. Quello che si cerca di capire, soprattutto, è se questi siano davvero appartenenti ad Anonymous e anche come li si possa identificare come i vertici italiani di questa organizzazione.