Se infatti da un lato sono molti i fan che additano H.A.M. come possibile hit al centro delle classifiche americane ed europee, dall’altro c’è un folto gruppo di persone che disprezzano totalmente il brano.
Beh certo è che H.A.M. è un pezzo molto molto particolare. E c’è davvero da chiedersi come sia venuto in mente a Jay-Z e Kanye West di realizzare una canzone di questo tipo. H.A.M. è inizialmente quasi claustrofobico. La metrica attanaglia l’ascoltatore, ingabbiandolo in una base pungente e in un insieme di parole quasi afone. Eppure, ecco che ad un certo punto tutto cambia. I sottofondi lirici che si sentono negli incisi prendono il sopravvento. Effetti vocali si sovrappongono e il pezzo si apre con degli archi.
La lirica diventa predominate sul resto, creando strani echi e voci che si accavallano. Ma non è ancora tutto, perché il pezzo si stravolge nuovamente. Un vocalizzo soave si rincorre sulle note di un piano per quasi un minuto… il tempo necessario per un ulteriore cambio di prospettiva, che riporta H.A.M. alla base originaria.
Insomma, un pezzo più facile da ascoltare che da descrivere. Anche se l’ascolto non è certo semplice. È necessario assaporare a fondo H.A.M. e risentirla più volte per coglierne tutte le sfumature.
A noi viene da fare i complimenti a Jay-Z e Kanye West, perché se non altro in questo pezzo hanno dimostrato di avere fantasia ed ecletticità da vendere. Il risultato poi, può piacere o non piacere, ma è degno di nota.
Prima di lasciarvi alla traccia musicale vi sveliamo il significato di H.A.M. La sua versione originale sarebbe Hard As a Motherfucker; e si spiega da se perché i due rapper abbiano deciso di abbreviarlo con la sigla H.A.M.