Questa volta il Giro d’Italia non si ferma. Non bastano la neve e le temperature degne di un’olimpiade invernale ad arrestare la marcia dei corridori. Già sul Galibier, qualche giorno fa, le immagini parlavano da sè. Raccontavano storie di uomini fieri ed infreddoliti, fragili titani padroni di un mostro bianco.
Oggi il copione è lo stesso. La montagna si nasconde tra la nebbia e i pochi alberi che la circondano, ma improvvisamente si mostra in tutta la sua imponenza e severità.
Il ciclismo è proprio questo: l’uomo contro la natura, un
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