Fini: la legge c’è, basta rispettarla.

Con una lettera aperta al Corriere della Sera di oggi, l’Onorevole Gianfranco Fini, prendendo il toro per le corna, affronta il problema del velo delle donne musulmane, l’integrazione in Occidente dei musulmani e la libertà di culto degli individui. Oltre a condividere in toto quanto da lui scritto, mi preme sottolineare il coraggio e la statura dell’uomo e del politico Fini nell’addentrarsi di prima persona e con tale chiarezza nel campo minato del dibattito e confronto Occidente Islam.

D’altronde, come la sua lettera dimostra, la questione è di una semplicità sbalorditiva. Non c’è bisogno di inventarsi l’acqua calda, la legge c’è ed è chiara, bisogna solo rispettarla. Fine della dicussione. Chi non accetta le nostre leggi, non condivide i nostri ideali, i nostri usi, i nostri costumi è invitato a girare a largo, non gli devono essere rilasciati permessi di residenza e tantomeno di cittadinanza.

Io sono dell’idea che bisogna mettere gli extra comunitari davanti ad un bivio, bisogna metterli nelle condizioni di dover operare una scelta chiara ed inequivocabile: accettare o no il nostro modo di vivere. Per questo sono fautore di corsi di istruzione agli extra comunitari che fanno richiesta di residenza e di cittadinanza. Corsi che prevedono l’insegnamento delle nostre leggi, della nostra storia, dei nostri usi, costumi e del nostro senso civico. Solo chi accetta di frequentare questi corsi e li supera con profitto possono avere il diritto di fare richiesta di residenza o di cittadinanza. Non bisogna transigere su questo.

Esattamente come ha scritto l’Onorevole Fini, il ventunesimo secolo sarà come noi lo sapremo modellare. Io aggiungo, l’Islam si espanderà e diventerà minaccioso nella misura in cui noi cederemo loro terreno, nella misura in cui noi ci caleremo le brache davanti alle loro crescenti richieste di adattarci noi a loro in casa nostra. Chi non comprende questo o pecca d’ingenuità o è palesemente uno sprovveduto.

 

Comments (2) left to “Fini: la legge c’è, basta rispettarla.”

  1. Simona wrote:

    Ho dovuto leggerlo due volte perchè non ci potevo credere!!!
    Mai sentito parlare di convivenza pacifica?di adattamento ma anche tolleranza?Se gli italiani vogliono mangiare i cannelloni anche in Sud africa perchè le donne musulmane non possono usare il velo anche in Europa?
    Mah…è vero, le leggi ci sono, ma si possono cambiare, altrimenti staremo ancora nel medioevo! Pensaci

  2. Caffeinomane wrote:

    Cara Simona,
    leggendo il mio post senza aver letto la lettera di Fini (la puoi leggere cliccando sul link) potresti aver ragione nel pensare che non sia tollerante. Io sono un fautore delle liberta individuali, anche degli extra comunitari. Per cui, per esempio, se loro non vogliono mangiare carne di maiale va benissimo, ma non possono dettare legge su quello che si deve mangiare alla mensa scolastica di mio figlio, se vogliono si portano il mangiare da casa o affiancano un cuoco musulmano al cuoco che già c’è.
    Per quanto riguarda il velo la questione è che noi abbiamo cetre leggi per motivi particolari che non si conciliano con alcuni dettami religiosi. Il viso deve essere libero, perchè edvo vedere in faccia con chi ho a che fare, se un poliziotto ti vede per strada deve poterti riconoscere, subito e non dopo che ho chiamato un agente donna ecc. Per esempio, per la lotta alle mafie da noi in Italia da molti anni c’è la legge che vieta di avere vetri oscurati alle auto, in altri paesi no. Questa non è un usanza, ma una legge specifica per un motivo ben preciso e tutti si devono adeguare.
    Quindi, massima libertà per chiunque, che portino il Corano al seguito, che portino al seguito lo stuolino per pregare, io indosso il crocefisso e pace e bene. Il velo, se copre il viso e non ti posso riconoscere immediatamente, no.

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