Mortadella go home.

Prodi riesce a superarsi ogni giorno, battendo quotidianamente il saldo negativo della sua politica del giorno precedente. Non c’è giorno che passa senza che prenda sonori ceffoni da destra, da manca, da sopra, da sotto, fuori casa e, sempre più spesso, in casa. Come un pugile sul punto di finire con un gran tonfo sul tappeto barcolla da una figura da pirla all’altra. Il dissenso nei suoi confronti sta raggiungendo picchi altissimi, al punto che ieri è stato fischiato apertamente e sonoramente da chierichetti, pretii, donne e bambini al suo arrivo allo stadio di Verona.

Si sente accerchiato e accusa apertamente la stampa di remargli contro. Visto che l’ottanata per cento della stampa è sinistroide è tutto dire. Del resto come si fa a continuare a sostenerlo dopo che due agenzie di rating declassano l’Italia perchè bocciano una finanziaria da lui fortemente voluta in questa maniera. In precedenza gli lo avevano già detto a chiare lettere senza possibiltà di incomprensioni economisti, sindacalisti, amministratori locali, Confindustri, Confcommercio, Banca d’Italia, partiti d’opposizione e partiti di coalizione.

In poco tempo è riuscito ad inimicarsi tutte le categorie di lavoratori spingendoli a scendere in piazza a più riprese. Come previsto non è riuscito ad evitare di fare la figura del ritardato intromettendosi nel dibattito, per lui troppo complesso, del velo sostenendo che molte donne lo portano anche come accessorio perchè imbellisce. All’estero l’Italia è diventata un punto di riferimento di Hezbollah e del Venezuela di Hugo Chavez. Per gli Stati Uniti, come nella migliore tradizione, siamo tornati ad essere, dopo il breve intermezzo del governo precedente, l’alleato poco affidabile. Prodi ci ha tenuto a mandare agli americani un segnale inequivocabile criminalizzando dozzine di agenti della CIA. Allo stesso tempo ha sputtanato a livello planetario i servizi di casa nostra, dando il ben servito a dignitosi servitori dello stato come non si dà neanche alla governante di casa.    

Nella sua coalizione serpeggia il malcontento, ma lui, con lo stile che lo contraddistingue, ha minacciato che se cade lui lo seguiranno tutti. E questo non può che farmi piacere. Se dovessimo rifare la conta oggi i coglioni si conterebbero sulle dite di una mano. Errare è umano, perseverare è da coglioni. Dopo questi mesi di virus pestilenziali che il governo Prodi ci ha somministrato ne usciamo con gli anticorpi sviluppati e con il fisico e la mente rafforzati, rinvigoriti.

Per certi versi, quindi, è stato di qualche utilità. Oramai, però, quando ci farà il piacere di andersene a quel paese sarà sempre troppo tardi. 

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