È successo sul serio: un finale da brividi, applausi interminabili e verdetti che sovvertono i pronostici. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2025 si è chiusa con un colpo di scena degno del miglior thriller, accendendo la stagione dei premi e riscrivendo le mappe del potere tra autori, star e piattaforme. Ecco tutto quello che c’è da sapere — senza filtri.
Il Leone d’Oro che spiazza tutti: l’ora di Jim Jarmusch
Il Leone d’Oro vola a Jim Jarmusch per Father Mother Sister Brother, un film tripartito, intimista e tagliente che attraversa New Jersey, Dublino e Parigi per raccontare famiglie fratturate e affetti che resistono. Non era il favorito della vigilia, ma ha conquistato giuria e pubblico con una regia invisibile e una scrittura che scava sotto pelle. Un trionfo “low key” che diventa manifesto: meno fuochi d’artificio, più verità emotiva.
Gran Premio della Giuria: l’onda emotiva di The Voice of Hind Rajab
L’opera di Kaouther Ben Hania si prende il secondo gradino del podio e un capitolo nella storia recente del festival. Il film, che intreccia cronaca e ferita geopolitica, ha scatenato una reazione di sala potente, tra ovazioni interminabili e discussioni accese. Segnale chiaro: il cinema politico è tornato al centro e la Mostra ne rivendica il ruolo.
Miglior regia: Benny Safdie e il ring di The Smashing Machine
La Coppa per la miglior regia premia Benny Safdie per The Smashing Machine, biopic muscolare e ipnotico su Mark Kerr. Tra montaggio nervoso e un lavoro attorale dirompente, il film impone Dwayne Johnson come serio candidato alla stagione dei premi, oltre l’etichetta action: una trasformazione che fa notizia.
Orgoglio italiano: Toni Servillo fa il vuoto
Toni Servillo si aggiudica la Coppa Volpi per il miglior attore con La Grazia, confermando quanto l’interpretazione millimetrica — più sussurro che urlo — resti un’arte tutta sua. È il riconoscimento che rianima la corsa dell’industria italiana in un’annata già densa di titoli competitivi e co-produzioni di peso.
Miglior attrice: Xin Zhilei illumina il Lido
La Coppa Volpi per la miglior attrice va a Xin Zhilei per The Sun Rises On Us All: performance calibrata, presenza magnetica e un personaggio che attraversa trauma e rinascita. È il sigillo di una Mostra che ha guardato con decisione all’Asia, intercettando nuove sensibilità e nuove capitali creative.
Speciale giurie e premi collaterali: documentari, esordi e segnali forti
Tra i riconoscimenti che fanno ecosistema spiccano un Premio Speciale della Giuria al documentario Below the Clouds di Gianfranco Rosi e un Luigi De Laurentiis a un esordio che guarda all’Europa come a un laboratorio aperto. La linea è chiara: Venezia investe su sguardi autoriali e realtà, senza chiudersi nei confini nazionali.
Un’edizione attraversata dalla Storia: Gaza, potere, percezione
Dalla guerra a Medio Oriente alle derive autoritarie, il tema politico ha attraversato tappeti rossi e conferenze stampa. Non solo manifesti: sullo schermo si è visto cinema che interroga e scomoda. È qui che la Mostra ha ritrovato la sua identità: glamour sì, ma con un’agenda.
Serie TV: l’onda lunga di Venezia nella stagione d’autunno
Il Lido detta spesso tendenze che si riverberano nelle piattaforme. Tra i “post-Venezia” più attesi, crime prestige e family drama sono i generi chiamati a capitalizzare il momento, mentre le piattaforme italiane preparano un autunno fitto tra ritorni di brand globali e nuove produzioni ambientate nel Sud Italia. Parola d’ordine: serialità autoriale, ma pop.
Cosa cambia adesso: Oscar race, mercato e Italia
- Corsa agli Oscar: il Leone d’Oro proietta Jarmusch in prima fila. Occhi puntati su miglior film, sceneggiatura e — a sorpresa — montaggio.
- Mercato europeo: sale la quotazione di titoli politicamente urgenti e di mid-budget autoriali con forte respiro internazionale.
- Italia: la Coppa Volpi a Servillo è booster per la distribuzione domestica e riapre con forza il tema delle coproduzioni.
Momenti che restano: ovazioni, una “padrona di casa” e un finale a effetto
Tra i frame iconici di questa edizione: ovazioni da record per il cinema che fa male ma cura, una cerimonia guidata con ritmo e ironia, e un film di chiusura che ha fatto discutere quanto i premi. Venezia ha alzato l’asticella — ora tocca alla stagione autunnale raccoglierne l’eredità.
Perché questa Mostra conta (anche per chi guarda le serie)
La filiera cinema/TV oggi è un continuum. I talent premiati al Lido entrano subito nei radar delle showrunner room, mentre i temi caldi — famiglia, identità, potere — si sposteranno in forma episodica. Aspettatevi miniserie d’autore, docu-series di impatto e un ritorno al melodramma contemporaneo che parla a generazioni diverse.
Il verdetto
Venezia 2025 è la Mostra delle svolte: premia il coraggio autoriale, rimette al centro il reale e lancia un messaggio all’industria. Se cercavate il segnale che il cinema può ancora guidare la conversazione culturale — eccolo. Da qui in avanti, la stagione si gioca davvero.
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Alessio Ferraro è un giornalista versatile che racconta l’attualità italiana e internazionale. Con uno stile chiaro e incisivo, analizza i principali eventi aiutando i lettori a comprenderne meglio le implicazioni. Il suo obiettivo è fornire informazioni affidabili e accessibili.