La tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, ha compiuto un vero e proprio balzo in avanti grazie al costante lavoro di aziende ma soprattutto persone che investono nel proprio futuro ideando nuovi modi di percepire e vivere la realtà: è proprio questo l’obiettivo del mondo hi-tech, proporre qualcosa che vada al di là della semplice somiglianza con la natura, cercando di dotare le proprie creazioni di una soggettività di cui solo gli esseri umani hanno esperienza.
In questo senso sembra strano allora parlare di giocattoli, i quali si allontanano molto da quell’immagine che ci siamo fatti in passato: paradossalmente oggi, il gioco viene ridotto al minimo ma l’intrattenimento sfiora livelli davvero inquietanti; stiamo parlando di quella famiglia di giocattoli nati dal Tamagotchi, il famoso pulcino virtuale, da cui oggi proviene una generazione di toys 3.0 capaci di leggere persino le nostra mente.
In Giappone, dove si è appena concluso il Tokyo Toy Show,
Il mondo appare così un po’ meno reale del solito, simulando una logica del tutto fuori controllo; ci manca solo che i giocattoli comincino a “pensare” ed agire autonomamente come molti film, fino ad ora, hanno supposto.