Canti in italiano e la critica ti affibbia i più disparati paragoni con cantautori italiani del presente e del passato (Battisti in primis). Se cantassi in inglese, a chi ti avrebbero paragonato secondo te? Li avresti messi in crisi?
Non so (ride, NdR). Io credo di avere comunque una forte componente italiana, ma anche nella scrittura… la scrittura tipica italiana. Mi verrebbe molto difficile scrivere in inglese. Un po’ perché lo conosco poco e un po’ perché quello che scrivo lo scrivo per comunicare qualcosa, quel qualcosa che riesco a comunicare solo attraverso le canzoni. L’italiano ovviamente è la lingua con cui riesco a comunicare meglio, quindi uso quella… mi sembra più giusto usare quella…
A proposito, nel disco precedente c’era “La presunta santità di Irene” che per tua stessa ammissione citava “Abbracciala, abbracciali, abbracciati“, possiamo ammettere che stavolta “Rette Parallele” cita un po’ il pezzo “Anima Latina”?
Si, possiamo dirlo. Son due pezzi dello stesso disco, un disco che io comunque amo moltissimo. Nell’album precedente c’era una voluta citazione, perché il disco si apriva nello stesso modo di Anima Latina con questa batteria proprio “molto uguale”. Abbiamo voluto fare una citazione… ecco. Qui è un po’ meno citazionista, però comunque è un finale con una coda di carnevale brasiliano che può ricordare Anima Latina ma anche tantissime altre cose… c’è un semplice carnevalone brasiliano allegro.
Una curiosità: ma quella che si sente in sottofondo all’inizio di “Io si”, è la suoneria di un promemoria Nokia? No, giusto per sapere se ho un buon orecchio o sono solo paranoico…
Si, c’è, non si dice però c’è (ride ancora, NdR)… non so se la Nokia è contenta. Ce l’ho voluta mettere perché nella versione demo, mentre registravo la voce, è partito il promemoria entrandoci dentro per caso e ci stava molto bene. Quindi l’abbiamo ripetuto nella registrazione del disco. È una canzone che parla di ricordi, quindi un promemoria mi sembrava adatto.