Non c’è pace per i riformati (si fa per dire) Black Sabbath; meno che mai, tanto per cambiare, ce n’è per i loro fans.
Con ordine.
Ci ha pensato il destino, in prima battuta, con una tremenda doccia fredda: il 9 gennaio, il chitarrista Tony Iommi aveva annunciato al mondo di essere affetto da un linfoma allo stadio iniziale e di essere prossimo all’inizio del trattamento, ma di trovarsi nelle condizioni per portare avanti la registrazione del nuovo disco e onorare gli impegni della tournée già programmata.
Alla comprensibile commozione dei devoti del rock – i quali, appresa la notizia, hanno giustamente e massivamente tributato il loro supporto al chitarrista – si sono però accodate notizie di tutt’altro argomento e tutt’altro tenore che hanno progressivamente riportato (o, più appropriatamente, resuscitato) il malumore tra le schiere degli appassionati del gruppo.
Il 3 febbraio il batterista Bill Ward ha pubblicato sul suo sito web un comunicato tanto allarmistico quanto sibillino, col quale denunciava accoratamente i rinnovati segni di ostracismo verso la sua persona, annunciando l’impossibilità di continuare col progetto «finchè non ci sarà, nero su bianco, un contratto che tributi alla mia persona il giusto rispetto quale membro originale della band». Ne era seguito, il giorno dopo, un comunicato in cui gli altri tre membri del gruppo dichiaravano candidamente di «non aver altra scelta se non quella di continuare a registrare senza di lui, sebbene la nostra porta rimanga sempre aperta».
Come se niente fosse, insomma. Nuovi malumori da parte dei fans del gruppo, seppure oramai avvezzi ai travagli stile telenovela che da sempre hanno caratterizzato la vita dei Black Sabbath: anche perché, a dar corpo ai più ignobili sospetti, è prontamente giunta la voce secondo la quale Bill Ward sarebbe stato silurato dalla solita Sharon Osbourne, la ben nota moglie e manager di Ozzy Osbourne.
Basta così? Macché. Cinque giorni fa, il 18
Le ovvie preoccupazioni per le condizioni di salute di Tony Iommi, evidentemente non compatibili con le esibizioni dal vivo, sono immediatamente stramazzate sotto la superlativa precisazione con la quale si annunciava che nemmeno un centesimo sarebbe stato rimborsato a coloro che avevano acquistato i biglietti, ma che in compenso i possessori avrebbero potuto sollazzarsi con uno spettacolo di Ozzy Osbourne & Friends. Presenze annunciate (anche qui e ovviamente a gusto, piacere e discrezione degli organizzatori): Zakk Wylde, Slash e Geezer Butler. Roba forte, altro che Black Sabbath.
Per quanto riguarda l’esibizione del 24 giugno al Gods Of Metal, la Live Nation ha diramato il seguente comunicato: «Tutti i possessori del biglietto per il 24 giugno, qualora non volessero più essere presenti, possono utilizzare il suddetto biglietto per una delle altre giornate del festival, 21 o 22 o 23 giugno, senza doverlo cambiare. Questo è valido sia per i regular/pit tickets che per gli abbonamenti». Attaccatevi.
Viene da porsi alcune domande. Innanzitutto: è possibile continuare sempre e comunque a far cassa in modo così sfacciato, avendo persino il cattivo gusto di sfruttare una questione maledettamente seria come la lotta di un uomo contro la malattia?
E ancora: è lecito che venga venduto un biglietto per uno show dei Black Sabbath (che – lo ricordiamo – è a tutti gli effetti un contratto per una specifica prestazione di fare) e gli organizzatori si riservino unilateralmente il diritto di non rimborsarlo a fronte della cancellazione dell’esibizione?
Qualora dovessero esserci aggiornamenti (che non mancheranno sicuramente, visto l’andazzo) non mancheremo di aggiornarvi. Stay tuned. Ma, soprattutto, laddove anche voi abbiate acquistato l’inutile biglietto per assistere a quella che doveva essere la reunion del secolo, stay calm.