Pausa Caffe

Uno certe cose le da per scontate: la lingua ufficiale del nostro Paese è quella italiana. Errato. Nelle Regioni a statuto autonomo, quali il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta, accanto a quella italiana godono della stessa ufficialità anche la lingua tedesca e francese. In queste Regioni di confine, dove i contatti, gli scambi culturali, commerciali ed affettivi hanno tradizioni secolari, le lingue non cambiano in coincidenza della frontiera imposta dalla politica. In queste particolari Regioni dare pari dignità alle due lingue del posto è stato, secondo me, cosa buona è giusta. Inoltre, viaggiando lungo lo stivale ci si rende conto della varietà e ricchezza dei vari dialetti italiani, alcuni, come quello sardo, vengono definiti addirittura una lingua a se stante. Questi dialetti fanno parte della tradizione e della cultura della nostra Penisola, salvaguardarli, tramandarli è non solo auspicabile, ma un dovere.

Detto questo, la lingua ufficiale di tutti glia italiani è l’Italiano. Prima l’Itaiano, poi tutto il resto. Almeno l’Italiano lo devono conoscere tutti indistintamente. Questo è anche l’intendimento di un disegno di legge in discussione alla Camera che definisce l’Italiano lingua ufficiale della Repubblica. Bagarre da parte di Lega e RC. La Lega giustamente teme che un provvedimento del genere possa determinare la fine degli idiomi locali delle varie vallate alpine, ma su questo ci si può mettere intorno ad un tavolo e discutere. Rifondazione Comunista invece teme, anche quì giustamente, che ciò possa costringere l’immigrato che chiede la cittadinanza di dover saper parlare la nostra lingua. Avete capito bene: guai a dichiarare l’italiano la nostra lingua ufficiale, altrimmenti i poveri immigrati saranno costretti a studiarla. Siamo noi, semmai a dover imparare l’arabo, lo spagnolo, il rumeno e l’albanese. Ma eversivi della malora, certo che devono conoscere l’italiano! Ma stiamo scherzando? Perchè, a questo punto, non indire un referendum tra gli immigrati per sapere la lingua da parlare in Italia? Cose dell’altro mondo.